Divampano le polemiche, a Firenze, dopo che il priore della Basilica di Santa Croce ha detto no al concerto dell’Orchestra da Camera Fiorentina, in programma il 5 dicembre. Erano previste 1200 spettatori, ma dopo il divieto ora il concerto si terrà in una sede più piccola, il cenacolo sconsacrato, che può ospitare 300 persone. Perché questo rifiuto? Padre Paolo Bocci ha spiegato che questo è un periodo penitenziale, la quaresima francescana, e la musica di Mozart (nel concerto era previsto anche il Requiem) non sarebbe indicata. Il concerto del 5 dicembre conclude il cartellone della Festa della Toscana, che celebra l’abolizione della pena di morte (primo stato al mondo) da parte del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, nel 1786.
Vivo disappunto dall’assessore Tommaso Sacchi: “Da assessore alla cultura di Firenze non posso che ritenere fuori luogo le parole del priore di Santa Croce che ha definito Mozart non adatto o non concorde con il clima dell’Avvento, spostando il concerto in programma il 5 dicembre dalla basilica al cenacolo sconsacrato”… “Il Requiem, previsto il 5 dicembre proprio per commemorare il giorno della morte di W. A. Mozart, e l’Ave Verum Corpus, come ha perfettamente ricordato oggi il maestro Muti in un’intervista sul Corriere della sera – prosegue Sacchi -, sono due pagine universali della musica classica che portano l’uomo a riflettere sul senso stesso della morte e ad innalzare lo spirito di ciascuno, indipendentemente dalla fede di appartenenza”. “Dispiace veramente che un genio ‘celestiale’ e sconfinato come quello del Salisburghese sia stato confinato a piccole e discutibili valutazioni di opportunità politico-liturgiche, a maggior ragione a Santa Croce, una delle chiese più ‘colme’ di storia, di arte e di artisti di Firenze, luogo dove peraltro negli anni scorsi il Requiem è sempre stato suonato con grande successo”.
Il no perché Mozart massone?
Qualcuno pensa che il no del priore sia dovuta all’appartenenza di Mozart alla Massoneria. Vi entrò ufficialmente il 14 dicembre del 1784, nella loggia “Zur Wohltätigkeit” (Alla Beneficenza).
Cosa ne pensa il Maestro Muti
Intervistato dal Corriere della sera il Maestro Riccardo Muti si dice dispiaciuto per il no a Mozart nella Basilica di Santa Croce. E tiene a precisare: “Ci sono alti prelati che la pensano al contrario e sono favorevoli ad ospitarla. La massoneria all’epoca di Mozart aveva un significato completamente diverso… La musica, che sia sacra o no, ha una sua sacralità, mi si passi la tautologia. Come dice Sant’Agostino: cantare amantis est; fare musica, cantare, è di colui che ama”. Il Maestro Muti ricorda inoltre che diresse il Requiem a Salisbiurgo (Austria) nel 1989, per la morte di Karajan.
Le quaresime di San Francesco
Francesco d’Assisi non viveva una sola quaresima all’anno (prima di Pasqua), come tutti i cristiani, bensì cinque. Le occasioni di queste quaresime sono sempre legate a memorie liturgiche a cui Francesco era particolarmente devoto: quella dell’Avvento iniziava per la festa di Tutti i santi e terminava a Natale; un’altra si protraeva per 40 giorni a partire dal lunedì dopo l’Epifania; la “quaresima maggiore” era quella dal Mercoledì delle Ceneri a Pasqua. Francesco dedicava una quaresima anche ai santi Pietro e Paolo (29 giugno). Infine vi era la quaresima di San Michele arcangelo (29 settembre), che iniziava dal 15 agosto.
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La chiesa è luogo di preghiera e testimonainza del sacrificio eucaristico , non luogo di ” baldoria laica “. La teoria che tutto va bene non è condivisa ed è un surrogato della libertà di agire
Fantastica la Chiesa cattolica. Ormai è poco più di una marionetta nelle mani delle mafie arcobaleno e dei mille rivoli della Open Society, ma fa la puntigliosa sulla massoneria del ‘700. E vai così!!
Più che valida ragione per bandire il massone Mozart dalle Chiese Cattoliche. Muti fa finta di non sapere che le sinfonie dell’austriaco riecheggiano tuttora in tutti i templi massonici, le vere Controchiese di Satana. Che ci sia differenza tra quelle del tempo di Mozart e delle attuali non risulta a nessuno. San Pio da Pietralcina ben la definiva “l’infame setta”.