Incredibile storia di violenza e degrado in provincia di Firenze. Un uomo di 55 anni ha sequestrato e violentato ripetutamente la cognata, di due anni più giovane, tenendola rinchiusa prima in un pollaio, poi in una roulotte. È avvenuto agli inizi di settembre in una località isolata del Comune di Rufina (7200 abitanti). L’aguzzino aveva tagliato a zero i capelli della donna, costringendola a passare tutto il giorno legata ad una branda. La poveretta si nutriva solo con qualche biscotto che le veniva dato e doveva subire continui rapporti sessuali.
Un giorno, approfittando dell’assenza dell’uomo, la vittima è riuscita a slegarsi, iniziando la sua fuga disperata nel bosco. Chilometri e chilometri (almeno sei) di paura e angoscia fino a quando ha raggiunto una strada ed ha fermato un automobilista che passava in quel momento. Tornata a casa la donna ha chiamato prima i servizi sociali e poi i carabinieri di Pontassieve, raccontando loro cosa le era capitato.
Le indagini hanno fatto emergere concordanti riscontri alla versione raccontata dalla vittima, con diversi elementi indizianti a carico del presunto sequestratore. Un giorno aveva costretto la donna a scrivere una lettera, indirizzata all’ex marito, in cui lo informava di essersi trasferita all’estero. Chiarito anche il ruolo avuto dal fratello, ritenuto complice solo del sequestro e sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza. Resta invece da definire il ruolo della compagna dell’arrestato, che si sarebbe prestata ad utilizzare indebitamente in più occasioni la carta di pagamento della vittima, a cui aveva fatto firmare una delega per la riscossione.
L’aguzzino aveva attirato la donna nella sua casa con la complicità di un fratello (la donna era stata sposata con un altro fratello). Dopo averla fatta entrare con un escamotage in un capannone usato come pollaio, l’aveva picchiata in modo violento e legata ad una branda metallica, portandole via la borsa con gli effetti personali. È iniziato, così, un periodo di continue violenze, fisiche e psicologiche, con la donna che veniva slegata solo due volte al giorno, per pochi minuti, per farla mangiare (solo biscotti e un po’ d’acqua).