– Paolo Lazzari –
Le Sardine prendono il largo e continuano ad invadere le piazze di mezza Toscana. Un movimento spontaneo, quello capitanato da Mattia Santori, che potrebbe sviluppare riflessi importanti, spostando opinioni e consensi, anche e soprattutto in vista del prossimo appuntamento elettorale in regione, quello che vedrà andare al voto in primavera per il nuovo presidente. Dopo la grande manifestazioni di Firenze, quando 40mila persone hanno affollato piazza della Repubblica intonando a ripetizione slogan anti-Salvini e “bella ciao”, l’onda si è propagata anche nei Comuni limitrofi.
Sabato, ad esempio, è stata la volta di Lucca: in piazza San Martino, proprio davanti alla cattedrale, si sono radunate oltre 2mila persone. Premute insieme, fianco a fianco proprio come usano fare i pesci che si muovono a banchi – dai quali del resto è stato tratto il nome – hanno ribadito il loro dissenso rispetto alle politiche del leader della Lega, sforzandosi tuttavia di allungare o sguardo.
In queste settimane, infatti, non sono mancate le critiche da parte di chi ha fatto notare come le Sardine siano soltanto un movimento “contro”, che nasce per frapporsi ad una posizione politica – segnatamente, quella salviniana – e non per proporre un proprio progetto. “Troppo facile limitarsi a criticare”, hanno evidenziato alcuni. In piazza, da Firenze a Lucca – il giorno prima era stata anche la volta di Siena, senza dimenticare l’afflato collettivo che ha trascinato anche Carrara e Livorno – si è tuttavia ribadito che una linea precisa esiste.
È quella, sostanzialmente, di una sinistra che prova a ricompattarsi ritrovando il gusto smarrito di scendere in piazza per una causa: abbastanza per riannodare legami sfilacciati da anni di litigi interni, correnti autolesioniste, separazioni dolorose e quant’altro.
Senza dubbio, come hanno avuto modo di ribadire anche i sindaci Nardella e Tambellini, quello delle Sardine è un popolo che si connota per i valori della solidarietà, dell’inclusività, dell’apertura all’altro, al diverso. Tutte tematiche che concorrono a tracciare una cesura nitida rispetto alla narrativa dell’ex ministro degli interni, in predicato di spingere al massimo per realizzare una Toscana ad inedite tinte verdi la primavera prossima.
Dopo i successi raccolti alle amministrative – il baluardo rosso Pisa come esempio su tutti – del resto, non ci sarebbe più da stupirsi: la Lega intercetta un malcontento reale, parlando un linguaggio a tratti lineare, ma che anche per questo arriva all’elettorato più tormentato. Perciò le Sardine – e con loro le molteplici anime del centrosinistra – continueranno a scendere in piazza per scongiurare uno scenario ritenuto inaccettabile.
Paolo Lazzari