– Paolo Lazzari –
Se prima era sprofondo viola, ora possiamo tranquillamente parlare di crisi nera. Cambiano i colori, facendosi più tetri, ma non la sostanza delle cose. Quella contro il Torino è la quarta sconfitta consecutiva per la Fiorentina. Non basta: la squadra guidata da Vincenzo Montella – già, ma ancora per quanto? – è riuscita a mettere via la bellezza di un punto nelle ultime cinque, realizzando un solo gol. L’ex aeroplanino, dal suo ritorno sulla panchina gigliata, ha totalizzato l’imbarazzante record di 14 sconfitte e 5 vittorie.
Nemmeno i discorsi fatti in settimana, i proclami di Commisso, la vicinanza alla squadra da parte dell’intera società, sono serviti ad imprimere una scossa. All’Olimpico è andato in scena un film trito, protagonista una squadra che deve sempre essere presa a sberle per destarsi da un torpore che avviluppa gambe, cuori e teste. Le colpe, certo, non possono essere tutte da addebitarsi a Montella: il tecnico ci sta mettendo del suo e, per questo, si trova ad un metro dal capolinea. Decisive saranno le prossime gare contro Inter e Roma: come dire, non due passeggiate di salute.
Montella è colpevole, ma con lui anche Pradè: il mercato estivo si sta rivelando insufficiente sotto ogni punto di vista, anche se i maggiori problemi si concentrano sull’attacco. I diciannove tiri verso lo specchio contro il Lecce, uniti ad una decina contro i granata, sono lì a sventolare una verità ormai nota: la Fiorentina ha maledettamente bisogno di un finalizzatore. Mercato sbagliato, tecnico inadeguato, tifosi depressi: ecco perché ieri anche il buon Rocco è stato costretto a sbroccare. La faccia, del resto, ce la mette lui: se non prende una decisione in fretta, sa bene che rischia di perderla. Nessun grande imprenditore, del resto, ama vedere il suo nome associato agli insuccessi della squadra che ha acquistato.
Ecco perché il prossimo passo falso di Montella sarà con ogni probabilità anche l’ultimo: “Abbiamo fiducia in lui, ma questa fiducia è a tempo determinato”, la frase pronunciata ieri dal patron, che fa capire nitidamente come qualcosa si sia irrimediabilmente incrinato. Poi ci sarà da riaprire il portafoglio per tornare sul mercato perché, è doveroso rimarcarlo, anche se arrivasse Pep Guardiola vale sempre una storia antica come il mondo: in campo ci vanno i giocatori.
Paolo Lazzari
Foto: Acf Fiorentina (Facebook)