Il regista e sceneggiatore pisano Roan Johnson (I delitti del Barlume), racconta una piccola disavventura di cui è stato protagonista. Tutto inizia a maggio, quando si sta dirigendo con la sua moto a Piombino (all’isola d’Elba si sta girando la serie tv in onda su Sky). Per eccesso di velocità (10 km/h in più) viene multato di 125 euro. Solo che la contravvenzione gli viene spedita via Pec e lui non se ne accorge. Dopo cinque giorni, visto che non l’ha pagata, la multa sale a 181 euro. Passati 60 giorni, invece, arriva a 360 euro. Lui continua a non controllare la pec e la situazione si aggrava ancora di più. “Siccome c’è decurtazione di 3 punti alla patente se tu non comunichi chi era alla guida entro 5 ripeto cinque giorni – racconta Johnson – paghi una multa di 200 euro. E se la comunichi dopo 5 giorni diventano 300 euro. Se dopo 60 giorni come me che non sono andato sulla c… di Pec è perché per me lì c’è solo roba che da commercialisti diventano 600 euro. Ora caro Stato Italiano, secondo me questa regola è una semi-truffa…”.
Il regista non ci sta a passare per furbetto: “Ci dovrebbe essere un c… di modo a questo punto che io non paghi mille euro per una multa da cento. Tipo vedere da un registro che io non ho usufruito del condono Equitalia appena fatto, anzi ho sempre pagato tutte le multe e subito nella mia vita, ho sempre pagato tutte le tasse subito e avendo partita Iva sono (qualcosa come) il 50% minimo di quello che guadagno. Quindi non ho provato a fare il furbo”.
Che pensa di fare a questo punto Johnson? Ce lo dice lui stesso: “Sono un privilegiato… pagherò e zitto”. Ma si domanda: “Un povero cristo che prende 1000 euro al mese (e gli capita una cosa del genere,. ndr) non pensa ‘andate tutti a fare in c…’?”.
Roan Johnson conclude il proprio sfogo rivolgendosi allo Stato italiano: “Salvaguardati, perché poi è così che vanno al governo i Populisti che ti fottono prima di tutto a te, caro mio. Un abbraccio forte, da un tuo cittadino che continua a volerti bene…”.
Perché la notifica è stata fatta via Pec?
Il decreto del ministero degli Interni che attua la nuova normativa (18 dicembre 2017) introduce la modalità elettronica nel caso di invio di cartelle a cittadini iscritti ad albi e collegi professionali; anche per le multe stradali le amministrazioni competenti sono tenute a verificare in via prioritaria se esista un indirizzo Pec del proprietario dell’auto (o eventualmente di chi era alla guida se identificato nell’occasione). Nel caso in cui l’infrazione è contestata sul posto, il vigile deve chiederci se disponiamo di un “valido indirizzo Pec”. Se invece prendiamo la multa con un autovelox l’ufficiale di polizia deve verificare sugli elenchi pubblici se siamo titolari di questo tipo di casella postale. Verifica che deve essere fatta anche nel caso in cui dichiarassimo il falso (di non disporne).
Cosa fare per evitare spiacevoli conseguenze
Se si dispone di un indirizzo Pec e non lo controlliamo di frequente è bene adottare questo piccolo accorgimento. Attivare una notifica sul telefono (così ci arriva un avviso ogni volta che ci arriva un messaggio) oppure introdurre (dal sistema mail della Pec) il reinvio automatico del messaggio al nostro indirizzo principale, quello che usiamo più spesso.
Se uno ha un indirizzo PEC e non lo controlla è inadatto alla sopravvivenza.
E’ da quando è stata istituita, nel 2010, che viene pubblicizzato il fatto che le pubbliche amministrazioni la usano come canale preferenziale di comunicazione, nel caso esista.