Interrogato dal gip in carcere, a Sollicciano, dov’è finito insieme ad altre dieci persone per l’inchiesta contro i parcheggiatori abusivi, l’ausiliario della sosta Vittorio Sergi ha ammesso: “Sì, ho preso soldi dagli abusivi”. Le sue parole proverebbero l’ipotesi della procura: gli abusivi pagavano il “pizzo” agli ausiliari della sosta. Anche se Sergi parla di episodi sporadici (“non era una cosa sistematica, un paio di volte li ho presi, forse 10 o 20 euro”. Su un’altra accusa che gli è stata mossa, quella di assenteismo, il “vigilino” avrebbe detto che la giornata lavorativa, con 8 ore da trascorrere in strada, al freddo e al caldo, era troppo pesante. Ed ha aggiunto: “Se io stavo fuori otto ore, sa le multe, le vessazioni che facevo ai cittadini, praticamente non mi bastavano quattro blocchi al giorno”. Sergi avrebbe anche ammesso di aver intascato, insieme a un collega, i soldi per la sosta di alcuni automobilisti: “Mi son fatto prendere un pochino dalla voglia di fare qualche soldo”.
Respinta la richiesta di arresti domiciliari, ritenendo che se gli venissero concessi i benefici “continuerebbe a escogitare il modo di guadagnare qualche euro frodando il prossimo. L’ausiliario della sosta – ha scritto il giudice nella sua ordinanza – si è dimostrato pronto a frodare chiunque con qualsiasi mezzo nel tentativo di raccattare soldi o altre utilità”. Il gip scrive anche che nell’interrogatorio, Sergi “non è sembrato affatto pentito del proprio comportamento”.
Il capo: “Fai quello che vuoi…”
In un’intercettazione del 27 settembre 2018 Nicola Raimondo, coordinatore degli ausiliari del traffico della Sas, risponde così a un vigilino che gli chiedeva cosa dovesse fare nel pomeriggio: “Fai quello che vuoi, non me lo domandare. Vai libero, fatti tu il servizio, vai dove ti pare”. Secondo il gip questo proverebbe che in quell’ufficio ognuno poteva fare quello che voleva “con l’accordo di tutti e con la complicità del funzionario”.
In alcune circostanze Raimondo secondo la procura avrebbe falsificato gli orari dei verbali di contravvenzione per far apparire che tutti lavoravano regolarmente. “Li ha falsificati tutti – racconta un vigilino – li ho visti io i file sul suo computer”. Raimondo in certi casi avrebbe anche strappato delle multe, come evidenziato dalle telecamere installate nel suo ufficio.
Foto: ilGiornale.it
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