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Scuole devastate, lettera aperta agli studenti che hanno occupato

- Cronaca
25 Gennaio 2020

Sono impressionanti le immagini che girano sui social con le devastazioni di alcune scuole pisane occupate. Vandalismo, dirà qualcuno. No, è ancora peggio, si tratta di vera e propria delinquenza. Banchi gettati dalle finestre, vasi con la terra rovesciati nei corridoi, arredamenti rotti: le scuole coinvolte sono soprattutto due, l’istituto Pacinotti, l’Itis Da Vinci, ma si segnalano danni anche all’istituto Fascetti. La colpa ovviamente è dei delinquenti che hanno devastato le scuole. Ma non solo loro. Troppo facile “occupare” una scuola per protestare per qualche motivo, più o meno valido, e poi non essere in grado di gestire la situazione. Ecco perché la presa di distanza da parte del movimento studentesco, sia pure apprezzabile, è insufficiente.

“Gli istituti che oggi, sabato 25 gennaio, hanno lasciato le chiavi delle loro scuole ai rispettivi dirigenti scolastici intendono, con questo comunicato, condannare gli atti di vandalismo accaduti nei giorni scorsi nelle scuole occupate pisane, come movimento studentesco ci teniamo a precisare che siamo assolutamente contrari e dispiaciuti per tali dimostrazioni di devastazione: la nostra lotta non contempla comportamenti abusivi. Siamo ben consapevoli dell’importanza e del messaggio di un gesto forte come l’occupazione: un punto d’arrivo conseguente a un lungo processo di mobilitazioni in atto già da tempo, nato dalla crescente rabbia e frustrazione che noi studenti ci portiamo dietro ormai da tanto a causa del nostro sentirci alienati”.

Cari ragazzi, non basta essere contrari e dispiaciuti per ciò che è accaduto. Certi episodi non devono accadere. E se accadono la colpa – fatevene una ragione – è anche vostra. Ecco perché anziché scrivere comunicati stampa più o meno ragionati dovreste rimboccarvi le maniche (subito) e lavorare per ripulire e sistemare ciò che avete insozzato. E dovreste anche lavorare per pagare i danni causati. Lavorare, non semplicemente pagare: perché è giusto che quei soldi escano dal sudore della vostra fronte, non dalla paghetta dei genitori. Poi, dopo che avrete ripulito, sistemato e pagato i danni, fatevi pure una bella riunione-assemblea e discutete di quello che è accaduto. Finito tutto rimettetevi a studiare, perché a scuola, in fondo, ci si va soprattutto per questo.

 

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Giornalista.

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