Risolto il mistero di Viktor Qosja, il 58enne albanese (in Italia per trovare alcuni familiari) scomparso nel nulla domenica 19 gennaio. La figlia lo aveva accompagnato alla stazione di Prato e l’uomo è salito sul treno regionale che avrebbe dovuto portarlo a Viareggio, dove vive il fratello. Per un guasto il treno si è fermato ad Altopascio e tutti i passeggeri sono stati fatti scendere, per poi salire su un bus sostitutivo. Da quel momento di lui si sono perse le tracce. Scattate le ricerche (di lui si è occupato anche il programma Chi l’ha visto?), dopo otto giorni si è scoperta la verità. Il corpo senza vita dell’uomo è stato trovato in un fossato che costeggia la ferrovia lunedì 27 gennaio, nella frazione di Castellare (Pescia), tra i vivai della zona.
Ecco cosa è successo
Quando il treno su cui viaggiava è arrivato a Pescia, dopo una lunga sosta a Montecatini, l’uomo è sceso. Come scrive il Tirreno l’uomo ha pensato, per un attimo, di essere arrivato a Viareggio ma poi, resosi conto dell’errore, quando il convoglio era già partito ha tentato di riprenderlo al volo, aggrappandosi all’ultimo vagone. La scena è stata ripresa da una videocamera di sorveglianza. Finché le forze lo hanno sorretto è rimasto aggrappato al treno, per circa un km, poi ha mollato la presa e, cadendo, probabilmente ha picchiato la testa sull’argine in cemento del fossato. È rimasto lì per otto lunghi giorni. Solo l’autopsia dirà se è morto subito oppure no. Perse le sue tracce, la figlia, che lo aveva accompagnato a prendere il treno alla stazione di Prato, lo ha chiamato diverse volte al cellulare. Il telefono squillava a vuoto. Poco prima delle 21, finita la carica, ha smesso di suonare.