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Bufera a Pisa: soffiate ai ristoranti per evitare sanzioni e mazzette per agevolare le pratiche edilizie

- Cronaca
6 Febbraio 2020

Dopo un’inchiesta durata 10 mesi la procura di Pisa ha individuato almeno sei episodi di corruzione contestati a sette persone che risultano indagate. Coinvolti, tra gli altri, un vigile urbano e un dipendente dell’ufficio Edilizia privata del Comune di Pisa. L’indagine, che si è sviluppata su due filoni, è scattata nel febbraio 2019  dopo una segnalazione alla procura arrivata dalla polizia municipale. Martedì 4 febbraio il blitz dei carabinieri nell’ufficio edilizia del Comune e le misure cautelari scattate nei confronti dei sette indagati, accusati di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. La Procura aveva chiesto, per tutti, il carcere o i domiciliari, il gip ha deciso in altro modo: per i due dipendenti pubblici l’interdizione dall’esercizio di pubblico servizio, per i tre liberi professionisti (un ingegnere e due geometri) e per un ristoratore il divieto di esercitare l’attività professionale per un anno, per il secondo ristoratore il divieto di dimora nel Comune di Pisa. Lunedì verrà esaminata la convalida dei provvedimenti.

Il procuratore capo di Pisa, Alessandro Crini, dopo aver sottolineato l’importanza della segnalazione ricevuta dalla polizia locale, ha precisato che sono stati fatti “riscontri sul campo”, osservazioni, intercettazioni telefoniche e ambientali. Ed è stato messo sotto controllo anche l’ufficio comunale, riprendendo lo scambio dei soldi oggetto della corruzione.

Gli episodi contestati

Nel primo filone dell’inchiesta è emerso che un vigile urbano avrebbe rivelato ai titolari di alcuni locali, posti vicini a piazza dei Miracoli, notizie sui controlli per l’occupazione del suolo pubblico e sui rifiuti. Queste informazioni, ovviamente riservate, avrebbero permesso ai titolari dei locali di evitare di essere sanzionati per le eventuali irregolarità riscontrate. L’agente, inoltre, avrebbe avuto un rapporto stretto con uno dei ristoratori, “condividendo con lui la gestione di un b&b sulle colline pisane”. E anche da questo, secondo la procura, l’agente avrebbe ricavato la contropartita per le proprie soffiate sui controlli imminenti nei locali del centro di Pisa. Nell’altro filone dell’inchiesta, nato intercettando uno dei ristoratori per le vicende sopra indicate, è emerso che un geometra del Comune avrebbe intascato mazzette per “agevolare” alcune pratiche edilizie. In un caso (con lo scambio della mazzetta documentata in un video) il geometra avrebbe sanato un abuso edilizio su una casa che il ristoratore doveva vendere. Documentati, in tutto, cinque episodi.

Chi sono gli indagati

Nell’inchiesta sono coinvolti Fabio Mannocci (57 anni), agente scelto della polizia municipale; Simone Giommoni (50 anni), geometra, impiegato nell’Ufficio edilizia privata del Comune di Pisa; Francesco Carmignani (47 anni) geometra libero professionista; Matteo Casarosa (40 anni), ingegnere;  Simone Di Lupo (28 anni), geometra. Due i ristoratori coinvolti: Nicola Lamacchia (38 anni) e Nicola Vannucci (51 anni).

Il Comune di Pisa sospende i due dipendenti

Il sindaco di Pisa, Michele Conti, dichiara che “sulle indagini preliminari in corso vige il segreto istruttorio a cui ci dobbiamo attenere”. E aggiunge che “appena siamo stati messi a conoscenza, abbiamo tempestivamente diramato una nota per avvertire subito la cittadinanza di quello che stava accadendo, com’è dovuto e come ho voluto per garantire la massima trasparenza… Ho provveduto a trasmettere l’atto notificato al segretario comunale come responsabile anticorruzione dell’ente per l’immediata adozione degli atti di competenza nei confronti dei dipendenti coinvolti: l’atto di contestazione degli addebiti per l’avvio dei procedimenti disciplinari, la sospensione dal servizio e altri provvedimenti amministrativi conseguenti”.

La polemica dell’ex sindaco Filippeschi

Sulla vicenda c’è da registrare la polemica innescata dall’ex sindaco di Pisa Marco Filippeschi. “Nel massimo rispetto della segretezza imposta per legge agli atti d’indagine e dei diritti degli indagati, il sindaco di Pisa deve chiarire che sta accadendo e dare tutte le informazioni divulgabili in suo possesso. Quelli oggetto dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria sono fatti gravi. Per trovare simili precedenti nella nostra città si deve risalire a non si sa quando”. L’ex sindaco aggiunge altri episodi a suo dire preoccupanti: “Il dirigente-comandante della Polizia Municipale si sta trasferendo ad altro comune, con una discontinuità tutta da spiegare da parte di Palazzo Gambacorti. Ha fatto molto discutere la gestione del corpo, improntata dalla Giunta leghista a pesante spoil system, come quella dell’insieme dell’amministrazione devastata dalle disinvolte e sfacciate manomissioni della politica e dallo stillicidio degli incarichi dati all’esterno. Con in più il confuso affastellarsi in carico ai vigili urbani di ordinanze, regolamenti e direttive che, oltre a dimostrare una creatività in contrasto con le leggi, si stanno rivelando platealmente inefficaci. Mentre sull’attività di controllo amministrativo e in uffici di delicatezza cruciale si deve registrare una situazione tanto grave quanto appare dall’esito delle indagini. In questo quadro, sono legittime le preoccupazioni per la gestione del concorso per dare una nuova direzione alla Polizia Municipale. Giova denunciare ancora una volta – puntualizza Filippeschi – che Conti, senza dare giustificazioni, non ha sottoscritto il Codice Etico che vigeva fino al giugno 2018 (la ‘Carta di Pisa’ creata con la nostra Università e fatta propria da ‘Avviso Pubblico’ l’associazione dei comuni per la legalità e contro le mafie), che vincolerebbe lui, gli assessori e gli altri nominati a procedimenti rigorosi di trasparenza. Non si dà ascolto all’allarme lanciato dal Prefetto di Pisa a vigilare e prevenire per contrastare rischi incombenti. Ce n’è d’avanzo perché le forze politiche e l’opposizione unita si facciano sentire, svolgendo il loro compito di tutela della legalità e di promozione della trasparenza con determinazione intransigente. Questo oggi chiedono i cittadini”.

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