Nelle scuole di giornalismo parlando delle notizie spesso si fa l’esempio dell’uomo che morde il cane: questa sì che è una notizia, non il cane che morde l’uomo. Ipotesi, quest’ultima, molto più frequente e, proprio per questo, “meno notizia”. Sicuramente il caso di cui vi parliamo ora è più strano del solito, oltre che particolarmente violento e odioso. A Firenze, nella zona nord della città, un uomo di 38 anni ha ucciso il proprio cane, un pitbull, a coltellate. L’episodio si è verificato nella notte tra lunedì e martedì nell’appartamento dell’uomo, un 38enne pregiudicato. I carabinieri, intervenuto sul posto, l’hanno denunciato a piede libero per uccisione di animali. Quando gli hanno chiesto spiegazioni sul gesto che aveva fatto l’uomo ha risposto che il suo cane era “diventato improvvisamente aggressivo”. Per questo il suo padrone aveva deciso di punirlo. Togliendogli la vita.
Cosa prevede la legge
Secondo l’art. 544 bis del codice penale “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”. Per crudeltà va intesa l’atto volto a causare la morte con modalità o per motivi che urtano la sensibilità umana. La ratio della norma è l’esigenza di tutelare l’esistenza in vita di qualsiasi animale domestico, selvatico o addomesticato, ponendolo al riparo da atti di crudeltà o non necessari.
Foto d’archivio: Pixabay