Il passo che ha fatto non era dei più facili. Ora per il viareggino Gianmarco Romanini inizia una nuova vita. I suoi primi 37 anni da donna (Chiara) sono archiviati. Ufficialmente ha cambiato sesso, come stabilito da una sentenza del tribunale di Lucca. Lo Stato gli ha riconosciuto il diritto di sottoporsi a uno o più interventi chirurgici per trasformare le proprie caratteristiche fisiche da femminili a maschili. Al quotidiano il Tirreno Romanini, che di mestiere fa l’avvocato, racconta che il Tribunale ha dato il via libera al cambio dei suoi dati anagrafici “su tutti i documenti nel giorno in cui ricorre la data della morte di mia madre”. Romanini è stato impegnato in politica e, negli anni scorsi, ha ricoperto l’incarico di vicesindaco di Viareggio (Lucca).
Da dieci anni ha una compagna, Sara, che sposerà a giugno. Un altro passo in avanti, deciso, verso la sua nuova vita. “Ho ritrovato con lei il senso della famiglia – racconta al Tirreno – famiglia intesa come qualcosa che è tuo e che ti dà la forza, lo slancio di alzarti ogni mattina perché sai che vai fare una cosa per il bene collettivo della famiglia”.
La sentenza che ha riconosciuto il diritto di Romani di cambiare sesso ha fatto esplicito riferimento alla “esigenza, costituzionalmente garantita, della tutela delle salute che si correla ad un pieno benessere psico fisico e ad un piena realizzazione delle aspirazioni esistenziali del ricorrente”, aggiungendo che non può “esaurirsi nella facoltà, già concessa da questo Tribunale, di adeguare i connotati fisici alla percezione psicologica di sé. Ma debba altresì investire anche l’aspetto, ugualmente essenziale, dell’individualità del ricorrente nei rapporti con l’esterno. Così non solo da identificarsi, ma anche da essere identificato, quale essere umano di sesso maschile”.
“È stata dura – raccontò Romanini in un’intervista a Repubblica nel 2014 – una vita intera in un limbo, in cui non ti senti né carne né pesce. Sai di essere un uomo ma imprigionato in un corpo di donna”. E in un’altra intervista (a Luccacittà.net) rivelò di essere imbarazzato per il clamore mediatico: “Avrei preferito vivere le mie scelte personali nel mio intimo, come ho fatto negli ultimi 30 anni. Purtroppo la mia vicenda, che per me è routine, ha avuto risalto solo per il mio ruolo pubblico. Questo è triste perché ogni giorno tanti ragazzi che vivono nell’anonimato soffrono lo scontro con la società”.
Foto: Gianmarco Romanini (Facebook)