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La Crusca ci liberi presto dal burocratese

- Cronaca
17 Febbraio 2020

Se ne parla da anni: basta burocratese, la pubblica amministrazione deve comunicare in modo chiaro e comprensibile per ci cittadini. Nonostante i buoni propositi enunciati dai politici per ora i risultati sono stati scarsi. Ora il Governo ci prova stringendo un accordo con l’Accademia della Crusca, massima autorità in materia di lingua italiana. L’accordo è stato firmato a Firenze, a Villa medicea di Castello, sede della Crusca, dal ministro della Funzione Pubblica, Fabiana Dadone, e il presidente dell’Accademia, Claudio Marazzini. L’obiettivo è promuovere “il buon uso della lingua italiana nella comunicazione tra l’Amministrazione e i cittadini, in una forma che sia comprensibile a tutti i diversi destinatari (e quindi anche ai cittadini), negli atti, nei documenti e nella corrispondenza dell’Amministrazione pubblica”. Sforzo che appare subito di non poco conto.

Tra gli scopi del ministero c’è anche quello di promuovere la semplificazione amministrativa e normativa. Ciò comprende anche la semplificazione del linguaggio dei testi amministrativi. Ma come si procederà? Grazie al lavoro degli esperti linguisti dell’Accademia il ministero spera di poter arrivare ad emanare una direttiva che possa funzionare da “guida per la scrittura dei moduli pubblici“, affinché siano il più possibile chiari per tutti.

Non ci si limita più alle raccomandazioni. Si fa un passo in avanti importante, ipotizzando che la Crusca possa dare assistenza e supporto ai pubblici dipendenti. “Questa preziosa collaborazione – spiega il ministro – ci consentirà di leggere e indirizzare in modo più appropriato l’evoluzione della lingua delle pubbliche amministrazioni e di migliorare sempre di più il modo in cui scriviamo le regole del gioco o raccontiamo, da rappresentanti delle istituzioni, quello che facciamo. La pulizia del linguaggio normativo – prosegue – la chiarezza dell’esposizione da parte delle Amministrazioni, la semplicità della narrazione delle scelte e delle decisioni della politica: non stiamo parlando di meri orpelli o di vacui esercizi di stile. Siamo piuttosto di fronte a un’esigenza fondamentale per istituzioni che vogliano davvero mettere al centro il rapporto con i cittadini e le prerogative del Paese reale. Nell’oscurità della lingua può annidarsi semplice sciatteria, scarsa sensibilità professionale oppure l’idea distorta di un potere da preservare gelosamente, che significa spesso abuso o che comunque segnala un deficit di partecipazione democratica”.

Crusca e ministero lavoreranno insieme per studi e ricerche sull’uso della lingua italiana nelle pubbliche amministrazioni. Verranno organizzati corsi di aggiornamento, elaborati suggerimenti e raccomandazioni in tema di semplificazione, chiarezza e omogeneità dei testi delle pubbliche amministrazioni. Ovviamente anche avvalendosi dei moderni strumenti informatici. L’obiettivo è semplificare il linguaggio e la vita dei cittadini. Ci auguriamo che i risultati arrivino presto. Ne abbiamo davvero bisogno.

La dichiarazione del ministro

La pulizia del linguaggio normativo, la chiarezza dell’esposizione da parte delle amministrazioni, la semplicità della narrazione delle scelte e delle decisioni della politica: non stiamo parlando solo di esercizi di stile. Siamo piuttosto di fronte a un’esigenza fondamentale per istituzioni che vogliano davvero mettere al centro il rapporto con i cittadini e le prerogative del Paese reale. Nell’oscurità della lingua può annidarsi semplice sciatteria, scarsa sensibilità professionale oppure l’idea distorta di un potere da preservare gelosamente, che significa spesso abuso o che comunque segnala un deficit di partecipazione democratica.

La preziosa collaborazione con l’Accademia della Crusca, da cui scaturisce il Protocollo d’intesa firmato oggi qui a Firenze, ci consente di leggere e interpretare correttamente l’evoluzione della lingua delle pubbliche amministrazioni e di migliorare sempre di più il modo in cui scriviamo le regole del gioco o raccontiamo, da rappresentanti delle istituzioni, quello che facciamo”.

Ministro della Funzione pubblica Fabiana Dadone

Foto: Ministro Fabiana Dadone (Facebook)

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