A Sant’Anna di Stazzema (Lucca), paesino teatro del massacro che costò la vita a 560 persone, tra cui 130 bambini, è scoppiata una polemica per una lapide, quella su cui sono incisi i nomi delle vittime. Secondo due studiosi vi sarebbero diversi clamorosi errori. Non tanto errori di scrittura ma persone, indicate come vittime della strage, che invece non lo sarebbero state. Tra queste, ad esempio, alcuni fascisti, ma anche persone morte altrove e persino, addirittura, il nome di un anziano che è deceduto nel 2005, molto dopo il 12 agosto 1944, data dell’eccidio.
A denunciarlo, come scrive La Nazione, sono lo storico Giuseppe Vezzoni e l’ex sindaco di Seravezza, Lorenzo Alessandrini. Analizzando i 419 nomi incisi sulla pietra della nuova lapide, inaugurata il 25 aprile 2016, si sono accorti di alcuni errori più o meno vistosi. Tra questi, ad esempio, 16 nomi sarebbero sbagliati. Almeno 30 persone, invece, sarebbero state riportate due volte, con nomi e cognomi diversi. Altre sette, invece, sarebbero morte in un altro momento e altrove: in pratica non avrebbero nulla a che fare con la strage di Sant’Anna. Vi sarebbero anche i nomi di due fascisti uccisi dai partigiani. Ma il caso ancor più clamoroso sarebbe quello di un uomo morto quindici anni fa. Com’è possibile che siano stati fatti tutti questi errori? Possibile che nessuno, tra i parenti delle vittime, se ne fosse mai accorto?
Lo studio va avanti e non si focalizza solo sui nominativi ma anche su altri aspetti relativi alla strage. Una volta completato sarà consegnato al comitato scientifico del Parco nazionale della pace e ai sindaci di Stazzema e Pietrasanta, affinché possano utilizzarlo per redigere un elenco, questa volta estremamente preciso, delle vittime della strage.
Contattato telefonicamente Giuseppe Vezzoni ci ha chiarito alcuni aspetti importanti: “Alcuni nomi erano sbagliati anche nella vecchia lapide (quella andata distrutta il 5 marzo 2015, ndr). L’elenco nuovo è stato preso da un libro di Enio Mancini, uno dei superstiti della strage. Purtroppo con la nuova lapide sono aumentati i nomi ma anche gli errori”. La ricerca è partita dai lavori fatti da Giuseppe Bertelli e Renato Bonuccelli (superstite). Sono stati incrociati i dati assemblati, tramite un file Excel, dodici liste, tratte dagli atti di morte, dall’elenco dei nomi indicati nella vecchia lapide e dal riscontro fatto sulle lapidi del cimitero. “Vogliamo solo fare un po’ di chiarezza, nessuna opera di revisionismo storico, come qualcuno ha insinuato”, spiega Vezzoni. Che aggiunge poi che anche il sindaco di Stazzema lo scorso 26 settembre 2019 ha riconosciuto che nella lapide vi sono degli errori, demandando ai ricercatori dell’Università di Pisa il compito di fare chiarezza.
Anche sui numeri delle vittime occorrerebbe fare un po’ di chiarezza. Si parla di 560 vittime, l’abbiamo scritto anche noi all’inizio dell’articolo. In realtà, come emerso nel processo al tribunale militare di La Spezia, le vittime accertate furono 363, con 325 atti di morte riscontrati. La procura non ha escluso che i morti possano esseri stati di più, ma non vi sono conferme. Ed è comprensibile, tenuto conto che i nazisti utilizzarono anche i lanciafiamme contro le povere vittime inermi. Può essere che il calcolo complessivo abbia tenuto conto di persone morte in zone vicine e in altre date. Nella stessa nuova lapide, ad esempio, sono stati aggiunti i nomi delle vittime di altre due località, Mulina e Valdicastello.
Il memoriale delle vittime dell’Olocausto di Gerusalemme si chiama Yad Vashem, che vuol dire un luogo e un nome (E per loro io concederò nella mia casa e dentro le mie mura un monumento e un nome (“yad vaShem”)… che non sarà mai cancellato“, Isaia 56,5). La memoria è una cosa importante. E la precisione, in questi casi, non è un dettaglio secondario.