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Lo sfogo di un chirurgo: “Come in Russia con le scarpe di cartone”

- Cronaca
18 Marzo 2020

È drammatico lo sfogo di un chirurgo che lavora nell’area pisana. “Dalla campagna di Russia affrontata con le scarpe di cartone poco o niente è cambiato. Andiamo in ospedale senza protezioni, e quando ci ammaliamo ci dicono ‘eh beh, ma non si può sapere se si è contagiato in corsia o nella vita privata’. Noi qui siamo lontani anni luce dalla organizzazione lombarda. Abbiamo lo Scottex come mascherine, siamo a posto. L’altro giorno per operare un paziente anziano non so più per quante ore ho dovuto cercare una sala. Non è accettabile”. La testimonianza è stata raccolta e diffusa da Maurizio Marchetti, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana.

“Nel caso Covid-19 – prosegue il chirurgo – i sanitari vengono spediti in trincea come carne da macello, senza strumenti di protezione individuale che possano essere minimamente efficienti. Spesso, senza strumenti di protezione e basta. Non è accettabile”. In questo momento la situazione è molto difficile in tutto il Paese, da Nord a Sud. Ma in casi come questi sarebbe buona regola, come spiega Marchetti, “mettere in sicurezza per primi coloro che ci soccorrono e che ci salvano la vita. Noi senza di loro siamo spacciati. Vanno protetti come oro, non mandati allo sbaraglio nei reparti o nelle operazioni di soccorso con mascherine che mancano e dispositivi di protezione individuale da usare col contagocce”.

Lo abbiamo contattato al telefono per avere alcuni chiarimenti. Il medico ci ha confermato tutto, descrivendoci una situazione di gravissimo disagio. “Le mascherine? ha presente quel materiale tipo swiffer per spolverare? Con due tagli laterali, per le orecchie. Dopo circa venti  minuti che lo indossavo già mi si era strappato”. Il coronavirus? “Il mio reparto è stato tutto dedicato all’emergenza. La mia impressione è che durerà mesi. Si spera nella ricerca, a partire dallo studio olandese sulla molecola che dovrebbe impedire l’aggressione del virus alle mucose. E poi ovviamente al vaccino, ma ci vorrà tempo”. L’immunità di gregge? “Non ha alcun senso scientifico. Serve la vaccinazione di massa e occorrono anni, anche col vaccino”.

Com’è possibile che si sia arrivati a questa situazione? Ci sono precise responsabilità politiche secondo il capogruppo di Forza Italia: “Oggi i tagli imposti alla sanità toscana da Rossi-Saccardi si vendicano, e ci presentano il conto. Per fare il primo della classe Enrico Rossi, prima assessore alla salute e ora governatore alla fine, fortunatamente, del suo secondo mandato – prosegue il capogruppo azzurro – ha ridotto la disponibilità di posti letto ospedalieri sotto la soglia prevista dal decreto Balduzzi. Ha tentato di raggiungere l’equilibrio contabile tagliando con l’accetta la ramificazione territoriale dei servizi di assistenza e cura a vantaggio degli apparati, più proficui per lui in termini di consenso”.

Marchetti prosegue raccontando che “dopo il crac di una delle sue ex Asl, quella di Massa Carrara, è andato oltre giungendo a limitare la libertà prescrittiva dei medici, a ridurre al lumicino gli stock di magazzino con indici di rotazione sempre più sul filo del rasoio. Oggi con quel rasoio ci stiamo tagliando tutti. A cominciare dalle prime linee: i nostri sanitari. Io questo chirurgo lo abbraccio. Lo racconto. E chiedo a Rossi: risponda lei, governatore, a questo medico. Risponda lei a quest’uomo che salva vite da tutta la vita. Pd e sinistra hanno reso lui e gli altri professionisti della sanità acrobati in volo senza rete. Angeli con le ali spezzate. Che non cadano. Che non cadano”.

Proprio ieri Rossi parlando dell’emergenza coronavirus aveva detto che “la sanità toscana si conferma come un vero e proprio patto per la salute, un patto collettivo e in questo momento ci sentiamo comunità più di sempre”. E aveva annunciato il test sierologico, “un esame del sangue che svela la presenza di anticorpi indicativi del passaggio del virus e che ci aiuterà nel prendere le migliori decisioni su isolamento e guarigione. La Regione ha ordinato a più fornitori di mettere a disposizione 500mila test. Interesse primario è la tutela dei medici, degli infermieri e degli operatori sanitari e quindi i 60mila dipendenti della sanità toscana e quelli della sanità privata saranno posti allo screening. Gli altri 400mila test saranno distribuiti sul territorio”.

 

Foto d’archivio (Pixabay)

 

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Giornalista.

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