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Coronavirus, l’odissea di due giovani lucchesi nel Laos

- Cronaca
23 Marzo 2020

Paolo Lazzari

Bloccate a centinaia di migliaia di km da casa, senza possibilità di rientrare. Dura ormai da dieci giorni la personale odissea vissuta da due giovani ragazze lucchesi – Elena Sofia Ascoli e Greta Antoni, 27 anni entrambe – che si erano recate nel paese del Sud Est asiatico per dar corso ad un progetto formativo privato. Le famiglie sono in contatto con la Farnesina per arrivare ad un lieto epilogo per una vicenda che desta inevitabile preoccupazione, specialmente a causa del grave momento di emergenza che si registra su scala mondiale, a causa della pandemia da Covid-19.

Elena e Greta erano partite dall’Italia lo scorso gennaio, quando nessun accenno del virus si profilava: il progetto che stanno seguendo le aveva portate in diversi paesi asiatici, tra cui la Birmania. Una volta arrivate nel Laos, tuttavia, ecco la doccia gelata: non è possibile tornare in Italia. Il motivo lo spiegano le madri delle due ragazze, con un accorato appello affidato ai social: “Sono riuscite a comprare un volo di ritorno con la compagnia Russa Aeroflot ma le autorità del Laos – ricorda Anna, la mamma di Elena – le lasciano partire solo se hanno un’assicurazione con massimale di 100.000 dollari e che comprenda il covid 19 (non esiste) e un tampone che ti fanno solo se hai sintomi. Sono in contatto con le ambasciate, i consolati, la Farnesina e con altri viaggiatori nella loro stessa situazione ma sono praticamente abbandonati a se stessi. Ho bisogno di chiunque mi può aiutare concretamente. Sono molto preoccupata perché entro pochi giorni (forse 3) la maggior parte dei voli saranno cancellati forse per mesi e il pensiero delle ragazze in un paese dove sta scoppiando l’epidemia adesso con un servizio sanitario assolutamente inadeguato non mi fa dormire la notte”.

Tanta preoccupazione anche per la famiglia di Greta: “Lei e la sua amica dicono di essere tranquille ma vogliono rientrare. Si trovano in un paese straniero, molto lontane da casa e hanno anche provato a recarsi in un ospedale per essere sottoposte al tampone e poter partire ma è stato impossibile. Per farlo si sono dovute mettere a rischio: bisogna pensare che là la sanità non è quella dell’Italia. È necessario che la Farnesina si attivi con l’ambasciata di Bangkok per far avere un visto a Greta e Elena in modo che possano partire”.

Un appello che viene rivolto sia alle autorità locali che a quelle nazionali, per poter riabbracciare sane e salve le due ragazze. Greta e Elena hanno provato a recarsi all’ambasciata più vicina, quella di Bangkok, ma non è stato possibile. Senza un visto non riescono a raggiungere nemmeno il Consolato, per farsi poi mettere su un volo diretto per l’Italia: l’apprensione delle famiglie e dei conoscenti cresce, mentre si attende una rapida risposta da parte della Farnesina ed una mobilitazione web per sensibilizzare l’opinione pubblica in una fase così complessa.

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