Finalmente l’Italia prova a ripartire. Da oggi è sostanzialmente possibile riappropriarci dei nostri diritti e delle nostre libertà, anche se il periodo che ci lasciamo alle spalle lascia delle scorie e degli effetti collaterali che dureranno nel tempo. Parto da un presupposto di base: ho sempre contestato, anche duramente, la fase 1 italiana, ho trovato improprio l’utilizzo dei Dpcm e allarmanti le misure di controllo. Ho avuto e ho rispetto del virus, ovviamente, ma non ho mai concordato, nel mio piccolo, sulla chiusura totale del nostro Paese a fronte di una percentuale di contagiati che, fratto tutti gli Italiani, anche oggi non arriva allo 0,5%.
Purtroppo i decessi ci sono stati e hanno portato via, nella maggior parte dei casi, quella meravigliosa generazione di nonni che è così importante e bella per tutti noi. Nel frattempo, però, la gente ha continuato a morire di infarto, di cancro e di tutte le altre patologie, in alcuni casi in misure percentualmente molto superiori a quelle del virus. Non intendo occuparmi, in questa sede, dell’aspetto economico, lo Stato Italiano si è trovato di fronte ad una emergenza senza precedenti dal dopoguerra ad oggi, non sono in grado di affermare che altri avrebbero potuto fare meglio. Le misure ci sono state e ci sono anche ora, ma la borbonica burocrazia con la quale conviviamo da sempre ha evidenziato tutte le difficoltà di un Paese dove troppi sono i passaggi normativi, interpretativi ed esecutivi prima di renderle reali. Però, a questo punto, non è normale che ci sia ancora gente che aspetta la Cassa Integrazione o il bonus autonomi. Certo mi sarei aspettato una Maggioranza ed una Opposizione più coesi e meno in battaglia tra di loro, vista la situazione di “guerra”, ma in Italia non ce la facciamo proprio, la politica è vissuta come una fede calcistica.
Così, tra un movimento Cinque Stelle che la fa da padrone in Parlamento con il suo approccio spesso molto discutibile ed una Opposizione troppo urlante che alla fine, sondaggi alla mano, si è giocata male questo momento, ci sarà pure un motivo se i personaggi più graditi dagli Italiani sono Conte da una parte e Zaia dall’altra. Perché, al di là della rispettiva collocazione politica, vengono entrambi mediamente percepiti affidabili.
Siamo stati tra i primi a chiudere tutto, ci si è ripetutamente autocelebrati parlando di “Modello Italia” e di “Modello Lombardia”(imbarazzante), alla fine le continue esternazioni di troppi virologi, spesso in contrasto, si sono riassunte in una unica medicina: “state chiusi in casa”. Non ci voleva una laurea o una specializzazione per arrivare ad una conclusione del genere. Così, mentre in Svizzera o in Germania, per non parlare di Svezia… Danimarca… Austria… la fase 1 non ha mai vietato, ad esempio, accesso ai parchi o libere camminate all’aria aperta, da noi è andata in onda una clamorosa limitazione delle libertà personali alimentata da una informazione televisiva e non, all’insegna della paura e del terrore.
Oggi, dicevamo, proviamo a riaprire tutto, non sarà facile e ci vorrà del tempo. I nostri settori peculiari sono chiamati ad una grande sfida, penso a tutte le attività legate al turismo e alla ristorazione ad esempio, alle soglie dell’Estate italiana, quella stagione che ci ha sempre caratterizzato.
Intanto un ulteriore segnale di stimolo a ripartire e tornare alla vita reale arriva dal Calcio, dalla Germania: nel weekend appena concluso è ripartita la Bundesliga. Checché ne dicano i puritani il Calcio è un’industria e come tale va gestita, i numeri che esprime, sotto tutte le angolazioni, sono sempre significativi per il Pil e il gettito fiscale, per non parlare di tutto il resto, per qualsiasi Nazione. Ma sono due le cose che mi preoccupano: innanzi tutto non bisogna affatto derogare alle misure di sicurezza e cautela che ancora ci vengono richieste, mascherine e distanze di sicurezza sono ancora, al momento, ritenute importanti.
In secondo luogo mi preoccupa la testa di tante persone: oltre due mesi di clausura temo che abbiano inculcato un approccio alla Vita comunque caratterizzato dalla paura di vivere. Da oggi è veramente Fase 2: con giudizio, con rispetto, ma riprendiamoci la vita. E l’Italia si rimbocchi le maniche senza continuare a perdere tempo in polemiche sterili. Ora tocca solo a noi, può essere un momento di grande rilancio del Made in Italy a tutto campo, non sprechiamolo.
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