Alcuni giorni si siamo soffermati su una polemica scoppiata in Regione Toscana, a seguito dell’approvazione di una risoluzione con cui il Consiglio regionale ha chiesto alla Giunta di implementare il ricorso all’aborto farmacologico mediante la distribuzione capillare (in ambulatori e consultori) della pillola abortiva. Torniamo sull’argomento pubblicando un intervento di Valerio Lago, capogruppo di Fratelli d’Italia al consiglio comunale di Cascina (Pisa).
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Più di un articolo della Costituzione è dedicato ai diritti inviolabili dell’uomo, benefici essenziale che riguardano la persona in quanto tale. Un valore naturale che va oltre il pensiero politico e pone l’attenzione sulla sacralità della vita. In questi mesi, in cui l’umanità lotta contro un terribile virus che, solo in Italia ha prodotto migliaia di morti, abbiamo imparato il coraggio che medici ed infermieri hanno avuto sacrificandosi per salvare vite. Un insegnamento che di fatto concretizza il principio sopra espresso, ma che agli atti la Regione Toscana non ha recepito. Pd, 5 Stelle, Italia Viva e Sinistra attraverso un atto che riteniamo pregiudiziale, preoccupante ed inquietante, hanno votato compatti l’agevolazione all’aborto farmacologico e chimico. Da un lato gli operatori sanitari tentano di salvare il bene più prezioso, dall’altro l’Ente, forte della Legge 194, fornisce un pensiero deviante su cosa intenda per esistenza umana, di quale valore attribuisce ad una madre e al suo nascituro. Nascituro che non vedrà mai la luce ma al quale augura un’auspicabile fine vita contemplando le probabili, ma non provate, cause-effetti derivanti da Coronavirus.
Aborto considerato a tutti gli effetti strumento di profilassi. La decisione spetta alla madre che, sempre più sola dinanzi la gravità che le compete, viene privata anche di sostegno medico e supporto psicologico. Per evitare il ricovero l’invito cade sullo utilizzo dei farmaci abortivi, la Ru 486, la pillola del giorno dopo. L’assunzione che è prevista entro le 72-120 ore da un rapporto a rischio viene estesa per un periodo fino alle 9 settimane, oltre cioè il limite scientificamente approvato.
“Se l’emancipazione della donna, passa attraverso scelte politiche indotte, questa non è libertà, il libero arbitrio scaturisce dalla conoscenza altrimenti è arbitrario”, commenta Emanuela Busetto (dipartimento Sociale FdI). Dunque un abuso che la Regione opera sulla salute psico fisica femminile inconsapevole che tali decisioni sono frutto di un eterno vagare fra coscienza, inconsapevolezza, mente e cuore. Giovanni Donzelli (deputato FdI) e Massimo Gandolfini (presidente di Family Day) si sono espressi in merito ma al coro delle loro voci si uniscono i Dipartimenti del Sociale: Paolo Ricci, Claudio Paolacci, Giuseppino Cucinotta, Valerio Lago per quello della Famiglia, Marina Staccioli e Gianni Martinucci coordinatori. Il primato la Toscana già lo deteneva collocandosi fra quelle poche regioni italiane che supera in percentuale il dato nazionale sugli aborti.
Valerio Lago
Consigliere comunale
Fratelli d’Italia – Cascina