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Numero chiuso e movida: tra ordinanze e polemiche

- Politica
25 Maggio 2020

La ripartenza dopo la chiusura forzata causa coronavirus richiede senso di responsabilità, sacrifici e buon senso. Ma a volte, come accaduto a Pisa, riaffiorano vecchi problemi mai risolti. È il caso della movida in piazza delle Vettovaglie, che ovviamente era sparita durante il lockdown ma, dopo le riaperture dei locali, si è riproposta. Il sindaco, Michele Conti, ha firmato un’ordinanza con cui regolamenta l’accesso in piazza e l’orario di apertura degli esercizi commerciali nelle ore serali, tenendo conto anche della facoltà riconosciuta ai sindaci dal decreto legge del 16 maggio 2020, che permette di individuare aree pubbliche interdette, in cui può essere disposta la chiusura temporanea al pubblico, nei casi in cui sia impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza interpersonale di sicurezza.

L’ordinanza, entrata in vigore venerdì 22 maggio (valida fino al 31 luglio), prevede che tutti i pubblici esercizi di somministrazione alimenti e bevande e tutti gli esercizi commerciali della piazza, dovranno terminare la loro attività entro mezzanotte: entro quell’ora i locali dovranno essere completamente sgomberi da tavolini e sedie. L’accesso alla piazza è contingentato, per evitare la presenza di un numero elevato di persone. L’ordinanza stabilisce che non dovranno trovarsi contemporaneamente più di 200 persone all’interno dell’area. Istituiti varchi ad accesso controllato in ingresso alla piazza, opportunamente presidiati per i primi giorni da agenti della Polizia Municipale e successivamente da personale addetto alla vigilanza, individuato dal Comune tramite l’adesione ad una convenzione quadro stipulata dalla Regione Toscana.

Ziello: “Vigili urbani lasciati soli”

Com’è andato il primo fine settimana? Non benissimo. Edoardo Ziello, deputato pisano della Lega, come riporta il Tirreno si dice pronto a presentare un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno “per sapere il motivo per cui sabato sera la Polizia municipale di Pisa è stata lasciata da sola a fronteggiare la gestione dei flussi di migliaia di persone, senza il minimo supporto del questore. Non è più tollerabile una logica dello scaricabarile di questo tipo. Con l’ordinanza sulle Vettovaglie – prosegue il parlamentare – gli agenti della Municipale erano impegnati, e tutti lo sapevano, a controllare gli accessi alla piazza. La polizia era in piazza Garibaldi con le sue volanti e da lì però doveva muoversi per un controllo dinamico del territorio. Invece così non è stato, tanto che intorno alle Vettovaglie, e non solo, era tutto un assembramento e con pochissime mascherine indossate. In piazza Sant’Omobono, in Borgo Stretto, per non parlare dei lungarni da una parte e dall’altra di piazza Garibaldi. E mi segnalano anche una rissa tra persone dell’Est non lontano dalle Vettovaglie. Si fa presto a tornare alla Fase 1, ma questo non deve accadere”. Sulla polemica, esplosa in città, per il numero chiuso alle Vettovaglie, Ziello spiega le sue ragioni: “Qualcosa deve essere fatto per affrontare questa fase in cui si mischiano situazioni ed esigenze differenti, talvolta contrastanti. Occorre per questo, a maggior ragione, che tutti diano una mano. Non possiamo certo darla vinta ai soliti noti, agli sbandati ed ai malintenzionati che si impadronisco delle zone vuote. Bisogna stare sul campo per controllare quella parte di città che tutti conosciamo e che mostra le principali criticità”.

Il Pd: “Ordinanza dannosa e discriminatoria”

“È dal suo insediamento che Conti cerca un pretesto per far chiudere definitivamente i locali di piazza delle Vettovaglie e non solo”, dichiarano in una nota congiunta Olivia Picchi e Vladimiro Basta, consiglieri comunali del Pd. “Il pretesto è arrivato, si utilizza il covid19 per mantenere promesse elettorali, poco importa se la misura è giusta e risolve o meno i problemi, a questa Giunta interessa solo l’annuncio. La posizione di Conti è semplicistica e irresponsabile: si individua un nemico, si fa le multe, si chiudono i locali. Andare avanti a suon di ordinanze oltre a non risolvere il problema crea solo danno a quegli esercenti che in questa città ci investono e alla vivibilità di chi nella propria città ci vuole vivere e anche divertirsi”.

“Il Covid – proseguono Picchi e Basta – poteva essere un’occasione per sperimentare nuovi metodi come fanno gli altri capoluoghi: Firenze, Bari, Milano che implementano progetti innovativi di diffusione della cultura del divertimento sano, di qualità che si coniughi con il rispetto della quiete. Elemento fondamentale per una città universitaria in considerazione del peso che l’università stessa ha nell’economia cittadina”.

I due rappresentanti del Pd vanno avanti rivolgendo alcune domande al sindaco Conti: “Che differenza c’è fra piazza Vettovaglie e l’attigua piazza Sant’Omobono o le logge in Borgo Stretto? Cosa impedirà alle persone di spostare semplicemente l’assembramento nella via vicina? Pensa a un ristoro per i bar, i ristoranti e altri esercizi che rispetto a quelli delle vie limitrofe subiscono restrizioni? Si pensa, leggiamo dai giornali, a un’estensione ad altre aree della città. In questi giorni di lockdown le piazze anche in pieno giorno sono state teatro di spaccio e risse. Questo fatto non l’ha portata a pensare che il fenomeno è complesso e che una città vuota è una città più insicura? Non ha pensato al ruolo di presidio di sicurezza che svolgono i locali?”

“Dopo due mesi di chiusura delle attività – proseguono Picchi e Basta – ci si sarebbe aspettati che la Giunta Conti mettesse in atto misure a sostegno dei settori maggiormente colpiti (noi di proposte ne abbiamo fatte molte), invece si legge di ordinanze che determineranno la chiusura di molte attività con ricadute enormi anche sul piano occupazionale ed in termini di attrazione turistica. Solo in Piazza delle Vettovaglie (senza contare minimarket e kebab), ci sono 10 esercizi che danno lavoro a circa 40 persone. Dalla chiusura anche i loro fornitori avranno un danno non da poco pensando che solo un bar muove circa 100.000,00 € di ordinazioni. Suggeriremmo a questo punto al Sindaco di cambiare il nome del piano da Riapri Pisa a Chiudi Pisa. Da città della quiete (slogan di questa maggioranza) a città morta il passo è breve”.

Di numero chiuso si parla anche a Firenze

Il problema delle strade e delle piazze troppo affollate si fa sentire in tutte le città. A Firenze il comandante dei Vigili urbani, Giacomo Tinella, propone la ricetta pisana del numero chiuso. “È una questione di sicurezza sanitaria – spiega a Firenze Today -. Se si verificano situazioni di assembramenti con troppe persone, può essere utile fermare gli accessi ad una determinata piazza. Naturalmente non tutte le piazze sono uguali, per caratteristiche del luogo, per dimensioni, per afflusso di persone. La logica – prosegue il capo dei Vigili – è quella di evitare ulteriori pericoli, oltre al fatto di poter verificare se le persone che arrivano indossano correttamente le mascherine. È una proposta che porterò al comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, poi l’ultima parola spetterà a questore e prefetto”.

 

Foto: Comune di Pisa

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