Il programma Report (Raitre) si è occupato della vendita degli immobili di pregio. “Svenditalia”è il titolo del servizio andato in onda l’8 giugno 2020, incentrato sulla “svendita” di alcuni luoghi storici del capoluogo toscano, privati e pubblici, con alcuni investitori-squali che avrebbero approfittato dell’emergenza coronavirus per acquistare a prezzi decisamente vantaggiosi. L’agente immobiliare Jeremy Onslow-Macaulay, sbarcato a Firenze da Londra sedici anni fa, aiuta il giornalista di Report, Giuliano Marrucci, a capire l’entità del fenomeno. Cita diversi immobili di pregio, con le quotazioni di pochi mesi fa e i prezzi, decisamente più bassi, a cui gli “affari” si sono conclusi.
Per fare ancor più luce su questo aspetto Report ha chiesto lumi a tre architetti urbanisti (Francesca Conti, Roberto Budini Gattai e Antonio Fiorentino), che con il loro osservatorio monitorano le principali operazioni immobiliari della città, e allo storico dell’arte Tommaso Montanari. Quest’ultimo ha detto: “Firenze è una città in svendita, all’incanto, una città che se la piglia chi offre di più e gli amministratori comunali sono al servizio di questi capitali stranieri”.
Nessuno dell’amministrazione comunale di Firenze è stato sentito da Report. Questo ha scatenato la protesta di Palazzo Vecchio, con un’interrogazione che verrà presentata in sede di Vigilanza Rai da parte della senatrice Valeria Fedeli. L’unica “concessione” che Report ha fatto al Comune è la pubblicazione di una nota, sul proprio sito, dell’assessore Cecilia Del Re (Urbanistica): “L’immagine di Firenze che emerge dal servizio trasmesso non corrisponde alla realtà di quanto sta avvenendo in città, e non si dà conto dell’operato del Comune per limitare interventi dediti solo alla rendita e favorendo altri tipi di trasformazioni”. L’assessore ricorda poi che Firenze è stato il primo comune a stoppare i cambi di destinazione d’uso nel centro storico verso il turistico ricettivo.
L’inchiesta di Report è sicuramente interessante e fa riflettere. Una domanda, però, sorge spontanea: in un sistema di mercato come è possibile impedire a un privato di vendere il proprio immobile al prezzo che vuole? Esiste, tra l’altro, il diritto di prelazione (per lo Stato) nei casi di immobili con particolare pregio storico e architettonico. Ma le casse pubbliche come tutti sanno piangono e, proprio per questo, la strada non è percorribile. Altro discorso, ovviamente, merita il patrimonio immobiliare pubblico. Qui la “svendita” non è ammissibile. Anche se, in un discorso come questo, bisogna tenere conto di tutti i costi per la gestione, ristrutturazione e manutenzione delle strutture. E un immobile di pregio in completa rovina non è certo la prospettiva auspicabile. Forse anche di questo bisognerebbe parlare.
se avessero parlato di case popolari e mediobasse ci potrei credere..ma le case superlusso ?? quelle se ne freegano di crisi e crisette…a meno che non si parli di castelli con spese di manutrenzione enormi e tasse altissime
strano che il comune si offenda, hanno fatto trasformare i fondi su strada in mono bilocali e hanno fatto svuotare il centro da ogni attività artigianali o di servizi sotto l’egida di Leggi, Normative regionali, europee, adeguamenti per messa a “norma” assurdi e… reso la città ai residenti “normali” invivibile quanto a sosta (mai voluta risolvere dall’alluvione … e veniva fatta gratis da imprese locali) e tipo di vita sociale … come prima del ’68 … ma i figli del 68 e delle merendine preconfezionate … sono stati buoni solamente a fare leggi, leggine, spese, costi per servizi scadenti e superiori alle possibilità. Budini Gattai … dovrebbe sapere … e il comune (minuscolo) pure…