– Maria Bruno –
Il giovane Pietro Resta, in arte “Wikipedro”, racconta l’evoluzione del suo progetto che mette nell’occhio del mirino la sua città, Firenze. Classe 1992, il fiorentino Pietro, amato per la sua spontaneità e dialettica, si è distinto per l’originalità con cui, a partire dal 2017, ha cominciato a spiegare le bellezze artistiche e storiche di Firenze tramite video ironici. È così che ha dato vita al suo alter ego Wikipedro, anche se “Tra Wikipedro e Pietro non c’è nessuna differenza”, come dichiara lui stesso.
Da calciatore ad intenditore, come sei passato da Pietro a Wikipedro?
Sono stato calciatore per 22 anni della mia vita, è stata ed è tuttora la mia grande passione. Ho vissuto in tante nazioni, ho giocato nel settore giovanile della Fiorentina, nel Siena e in serie B. Ad un certo punto, mi sono reso conto che non potevo andare oltre e quindi ho deciso di smettere. Dopo qualche anno, ho iniziato ad affittare un appartamento che ho vicino Ponte Vecchio, attraverso un semplice annuncio. In seguito, ho voluto sfruttare al 100% la possibilità di unire la mia passione, cioè creare video, alla gestione dell’appartamento, così da non essere più dipendente ma lavorare in proprio: ho creato un blog, dove spiegavo Firenze ai turisti, così da poter attrarre gente nel mio appartamento. Dopo un po’, alcuni amici che lavorano in una radio di Firenze, mi hanno proposto il nome “Wikipedro” e dal primo video pubblicato con questo appellativo, le cose sono totalmente cambiate.
Quando ti sei reso conto che Wikipedro stava avendo successo?
Dopo più di un anno, perché continuavo a fare video per divertimento, nonostante non ci fossero i risultati. Mi piaceva, mi vedevo nel ruolo e quindi continuavo. In fondo, io non ho inventato nulla, ho preso semplicemente un telefono e ho cominciato a riprendermi. Riesco ad essere autentico perché sono me stesso e le persone mi seguono anche in offline, che è la cosa che conta di più a livello di risultati. Il guadagno mi interessa ma relativamente, la passione in primis mi spinge a continuare.
Da dove prendi l’ispirazione per i tuoi video?
Leggo tanti libri, vedo video su Youtube, mi danno tante informazioni i ragazzi che fanno le guide turistiche, guardo documentari e, successivamente, prendo quelle informazioni e le rielaboro a modo mio. Però non voglio fare la guida turistica, perché mi piace l’arte ma se dovessi trattarla con i termini tecnici e studiarla come fossi uno storico, allora perderei la passione. Come disse una volta mia nonna “Ognuno il suo”. Infatti, se dovessi consigliare un tour ad un turista, gli direi di guardare il mio profilo soltanto per una prima infarinatura, per vedere un fiorentino vero, non di più.
Come hai vissuto il lockdown dovuto al Covid?
Il periodo di reclusione l’ho vissuto a tratti bene a tratti male, affiancato dal un peluche, Pierre, un orsacchiotto che ormai è diventato famosissimo. Dopo due settimane, ho capito di dover sfruttare questo tempo ed è proprio in questi momenti che nascono grandi opportunità. Infatti, ho maturato l’idea di voler raccontare qualcosa in più rispetto a quello che facevo prima: dando informazioni con uno spessore maggiore, sempre con lo stesso metodo, ma scavando più a fondo nella storia.
Chi ti affianca nella realizzazione dei video?
C’è un mio amico, Giacomo Biancalani, che mi aiuta nella parte che a me manca, ossia quella tecnica, digitale e analogica, quindi nelle sponsorizzazioni sui social ect. Però il montaggio del video è farina del mio sacco, perché è una cosa estremamente personale: le parti tagliate, accelerate, aggiunte o meno, derivano da un gusto personale di realizzare un video in un modo specifico. Ad esempio la lunghezza dei miei video si aggira intorno ai 3 minuti o qualcosa in più, perché è il taglio che piace a me, è il mio format e non voglio dilungarmi troppo, per non risultare noioso. Voglio che i miei video siano veloci, fatti di notizie interessanti e che abbiano un ritmo veloce anche nella trasmissione delle informazioni.
Oltre a curare le tue pagine, hai partecipato come protagonista, ad un programma televisivo, “Turisti per Dmax”…
Sì, sono approdato lì perché i gestori di una società di produzione televisiva, affascinati dal mio personaggio che racconta l’arte, mi hanno chiamato per prendere parte a questo nuovo programma. Non è andato molto bene, ma sono contento di averlo fatto e lo rifarei. Queste esperienze servono anche a farti capire quello che non vuoi fare. Il mondo della televisione non mi fa impazzire, potrei continuare a farlo ma in parallelo ad altro.
Pensi di sapere tutto su Firenze ora?
No assolutamente. Spesso quando penso di aver ottenuto tutte le informazioni su qualcosa, mi rendo conto che dietro c’è un mondo da scoprire ancora. Ogni angolo della città ha qualcosa da raccontare, per cui ho necessità di sentirmi parte della storia. Infatti, prima facevo l’errore di trattare un argomento e circoscriverlo a sé stesso, però mi sono reso conto che bisognerebbe approfondire i collegamenti a ritroso che ci sono, perché sono necessari per capire la storia.
Progetti futuri?
Vorrei lanciare un progetto imprenditoriale del tutto mio, qualcosa di personale. Inoltre, mi piacerebbe molto creare dei video fuori dalla Toscana, basandomi su artisti fiorentini che si sono spostati altrove o che hanno avuto collegamenti con altre città durante la loro vita.
Maria Bruno