La città del Palio come vive senza Palio? Lo abbiamo chiesto alla collega Susanna Guarino.
Sull’anello della Piazza del Campo non è steso il caratteristico tufo, non ci sono i palchi a circondare la pista ed i contradaioli hanno lasciato nel cassetto il fazzoletto della loro contrada, segno di appartenenza e di passione. Dagli anni della seconda Guerra Mondiale, è la prima volta che a Siena non si corre il Palio. Una decisione annunciata da tempo, ma nel giorno della Tratta, il primo dei quattro giorni di Palio, la città appare sotto choc. C’è chi ha preferito andare al mare, chi si ostina a cantare stornelli nei vicoli, chi è pronto a non perdersi nessuno dei cenini, comunque organizzati nelle contrade, ma nessuno resta indifferente alla mancanza.
Dopo il lockdown la città ha reagito riversandosi nelle strade. Tutti i locali hanno approntato tavoli nelle vie e nei vicoli. E la gente, almeno durante il fine settimana, riempie i locali. Ma non ci sono i turisti, bene prezioso per una delle città d’arte più rinomate, e il contraccolpo sull’economia è devastante. Anche a Siena si contano ristoranti, negozi ed alberghi che per il momento non riaprono. Anche in Piazza del Campo. Forse torneranno il prossimo anno. Forse. E l’assenza del Palio pesa come un macigno. Il Magistrato delle Contrade, l’organo che riunisce i priori dei diciassette rioni, ha deciso che non saranno neppure esposte le bandiere. Non c’è festa e non ci saranno i simboli.