I francobolli di solito si dedicano ai grandi personaggi, quelli che hanno lasciato un segno nelle nostre vite. Uno di questi è senza dubbio Zeno Colò, grande campione toscano di sci. Nel centenario della sua nascita Poste Italiane gli rende omaggio con un francobollo da 1,10 euro. Colò è raffigurato con gli sci in spalla, sullo sfondo montagne stilizzate e uno sciatore impegnato in una discesa nella cosiddetta posizione “a uovo” di cui Colò fu precursore.
Nato all’Abetone (Pistoia) il 30 giugno 1920, dopo tanti anni sentiamo ancora parlare di lui perché è entrato nella leggenda. Fu il primo italiano, infatti, a conquistare un titolo olimpico sulla neve. Di poche parole e (solo all’apparenza) scontroso, figlio di un boscaiolo, Colò era una persona mite e per nulla montata, nonostante i grandi successi nello sport. Si usavano sci di legno e si indossavano maglioni di lana e improbabili (diremmo oggi) pantaloni alla zuava. I materiali sicuramente non erano “tecnici” e non aiutavano le prestazioni, ma ai quei tempi si badava al sodo e l’aerodinamica si perseguiva con la fantasia, ad esempio con la famosa posizione a uovo per ridurre l’attrito.
Colò ebbe una carriera sportiva tutto sommato breve per colpa della Seconda guerra mondiale (fu anche fatto prigioniero). Nel 1948 le sue prime Olimpiadi invernali. Il trionfo mondiale arriva nel 1950 ad Aspen, in Colorado: oro nello slalom gigante e nella discesa libera, argento nello slalom speciale, a soli tre decimi dalla vetta conquistata dallo svizzero Georges Schneider. Nel 1952 ai Giochi di Oslo riconquista l’oro nella discesa libera (primo oro azzurro nello sci alpino). La stampa italiana, entusiasta, lo battezza “il Falco di Oslo”.
Dopo quei Giochi sull’onda dell’entusiasmo un modello di scarponi e una giacca prendono il suo nome: una delle prime sponsorizzazioni della storia dello sci italiano. La Federazione Italiana Sport Invernali però, considerandolo alla stregua di un professionista, lo esclude dalle competizioni. La decisione suscita grandi polemiche. Colò continua a sciare e a incantare. Lotta ma non riesce a farsi riabilitare per poter tornare alle competizioni internazionali. Diventa maestro di sci, promuove lo sviluppo degli sport invernali sulle sue montagne toscane, la creazione di moderni impianti di risalita necessari (grazie all’azionariato popolare), e si diverte disegnando tre piste per le gare di sci dei suoi “eredi”.
L’indimenticato campione muore nel 1993 a San Marcello Pistoiese. Pochi anni prima, nel 1989, la Federazione aveva cancellato quella squalifica che tanto lo aveva fatto soffrire.
Una mostra in onore di Zeno
A cento anni dalla nascita il comune di Abetone-Cutigliano celebra il suo grande campione con una mostra (Zeno Colo 1920-2020) allestita al Palazzo dei Capitani di Cutigliano. Si potrà visitare fino al 2 agosto, dopo si sposterà alla Doganaccia, presso il rifugio “La Grande Baita”.
Foto in alto: Poste italiane