– Paolo Lazzari –
“Un’estate al mare”, cantava Giuni Russo nell’ormai sfumato 1982. Eppure il motivetto entrato di prepotenza tra le pieghe del repertorio nazional popolare è quantomeno valido, anche a distanza di quasi quarant’anni. Sì perché lo spettro del Covid-19 non ha dissuaso i bagnanti che, dopo decine di giorni tutti uguali passati al rinchiuso, hanno deciso di riversarsi sulle spiagge di mezza Toscana componendo mosaici dalle fattezze a tratti oceaniche.
Che ne è delle predisposizioni ministeriali? Delle possibili normative per la prevenzione e la sicurezza anti contagio? Ricordate quando in primavera il trending topic su twitter poteva essere benissimo “divisorio in plexiglass sulla spiaggia”? Ebbene, acqua passata, tanto per rimanere in tema. Oggi, ovunque, impera la formula del “liberi tutti”.
Certo, non alludiamo agli stabilimenti balneari: quelli si sono visti agitare in fronte i fantasmi della deriva economica e hanno predisposto ogni misura necessaria per favorire il distanziamento ed invogliare i clienti. Il caos fluido, semmai, è un fenomeno riconducibile alle spiagge libere.
Prendiamo l’esempio della celebre Baratti: un golfo come un gioiello levigato dalle onde e punteggiato di macchia mediterranea, l’Elba ad un passo, acque cristalline che ti echeggiano nella testa come un canto di Sirena in un poema omerico. Ecco: nello scorso weekend questo figurativo atollo di felicità è stato preso d’assalto: già alle nove del mattino addetti del Comune invitavano i ritardatari a recarsi altrove – magari nella vicina San Vincenzo, dove si replicavano scenari simili – perché di posto non ce n’era. I più intrepidi hanno parcheggiato nella lussureggiante campagna circostante e, lavorati dai raggi già verticali del sole mattutino, si sono avventurati per km dentro le pinete, per poi sfociare sulla spiaggia. Lì trovare un posto è stata un’autentica impresa quasi per chiunque: ombrelloni piantati ad una manciata di centimetri di distanza e convivenza forzata, con buona pace per la prevenzione. Soltanto a pomeriggio inoltrato il traffico di bagnanti è andato affievolendosi, suggerendo condizioni di maggiore godibilità.
Un’istantanea che non è dato scattare nei bagni attrezzati. Se ci si sposta sulla costa versiliese, infatti, ecco che qualcuno è addirittura riuscito a tramutare la crisi in un’occasione di riscatto. È il caso del bagno Alhambra, noto stabilimento della Darsena: i titolari raccontano che, se possibile, gli affari oggi vanno anche meglio. “Non abbiamo avuto problemi – testimoniano – e, anzi, siamo riusciti a incrementare gli stagionali del 50%. Come abbiamo fatto? Abbassando i prezzi per venire incontro ai cittadini (circa 200 euro in meno per la stagione, ndr) e garantendo condizioni di massima sicurezza: grazie a ventimila metri quadri di spiaggia non abbiamo difficoltà a mantenere il distanziamento sociale. Una piccola flessione l’abbiamo registrata per l’accesso alla nostra piscina – ridotto da 65 a 22 posti – e per il ristorante. In spiaggia però non abbiamo perso nulla, anzi”.
Un’opportunità che i bagni di città Giardino, Lido di Camaiore, Pietrasanta e Forte dei Marmi hanno provato parimenti a cogliere, pur con le limitazioni dovute a porzioni di spiaggia certo più esigue. “Riusciamo comunque a garantire il distanziamento – dichiara Emma Ferri, del bagno Stella Blu a Lido di Camaiore – senza perdere nemmeno un posto in spiaggia. Certo è tutto più complesso, ma non ci aspettavamo un flusso così importante di persone: c’è tanta voglia di socialità e di starsene all’aria aperta, dopo mesi difficili”.
Se per i bagni vige l’obbligo – più o meno categorico – di mascherina all’ingresso e all’uscita (ma in spiaggia non la porta praticamente nessuno), sulle spiagge aperte a tutti (vicino al pontile del Lido o in Darsena) le precauzioni sono sostanzialmente inesistenti. “Sembra – commenta Paolo Pecci, del bagno Pineto a Marina di Pietrasanta – che il virus in questi mesi estivi sia praticamente azzerato. È quello che ci auguriamo tutti di cuore, anche perché non ci piace essere ipocriti: in spiaggia e in acqua un minimo di contatto è inevitabile. Anche noi ci aspettavamo il peggio, ma la stagione va a gonfie vele. Speriamo che sia davvero il viatico per una ripartenza di tutto il Paese”.