La candidata del centrodestra alla Regione Toscana, Susanna Ceccardi, va all’attacco sullo scandalo dei rimborsi per le trasferte dei consiglieri durante il periodo di lockdown. “Giani che in questi giorni si è improvvisato sceriffo non è per niente credibile: dove è stato fino ad oggi? Solo dopo due legislature si accorge di questa stortura. Nel suo ruolo di presidente del Consiglio regionale avrebbe potuto porre rimedio con qualche anno di anticipo. Sul piano dell’amministrazione della cosa pubblica dimostra perciò tutta la sua debolezza”. Poi prosegue, raccontando la sua esperienza in Europa: “Io e i miei colleghi non abbiamo percepito la diaria per le sedute on line. La diaria si prende solo per le sedute in presenza. Bene che, come già fatto in maniera autonoma e volontaria dai nostri consiglieri regionali, sia stata fatta beneficenza con queste indennità percepite in un momento durissimo per tanti toscani”.
Ceccardi va oltre la polemica sui rimborsi e invoca la riduzione dei compensi dei consiglieri regionali: “Non devono in nessun caso superare il compenso totale del sindaco di Firenze. Lo dico da ex sindaco e da futuro presidente della della regione Toscana: è necessario porre un tetto massimo agli stipendi dei consiglieri per dare quel segnale di rinnovamento che fino ad oggi la nostra regione si è vista negare a causa di logiche che fanno riferimento a schemi ormai superati e che tengono in ostaggio la Toscana. Mi impegnerò fin dal primo giorno del mio mandato perché questa mia proposta sia approvata dal Consiglio regionale, ovviamente nel rispetto della sua autonomia”.
Intanto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, hanno concordato che nella seduta del Consiglio in programma domani, giovedì 30 luglio, presenteranno una proposta di legge contenente disposizioni per il recupero, dalle indennità mensili future dei consiglieri dell’attuale legislatura, della quota che è stata erroneamente corrisposta nel periodo di lockdown per l’esercizio del mandato legata alla distanza tra sede del Consiglio regionale e residenza.
Ieri Giani aveva invitato tutti i consiglieri, per far venir meno equivoci, e per motivi di opportunità, a restituire quella parte variabile di indennità sia come corrispondenza diretta al Consiglio oppure come trattenuta a fine mese chiedendolo con una lettera”. E aveva aggiunto un termine perentorio di quindici giorni: “Ritengo che sia un fatto di trasparenza e correttezza per chiudere oggi la questione ed evitare qualsiasi ulteriore equivoco che non ha motivo di essere”.