Quarantatre anni, consigliera regionale, Irene Galletti è la candidata del Movimento 5 Stelle per la presidenza della Regione Toscana. Nata a Pisa, laureata in Giurisprudenza, è specializzata in Tutela dei diritti umani e cooperazione internazionale presso la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Prima di essere eletta in Consiglio regionale era impiegata all’aeroporto di Pisa. L’Arno.it l’ha contattata (come ha fatto con tutti gli altri candidati) per cercare di capire le sue idee, i suoi valori e i suoi programmi.
Che Toscana vorrebbe tra dieci anni?
Vorrei una Toscana policentrica, capace di attrarre investimenti sia sulla costa che nell’entroterra. Una Toscana all’avanguardia dal punto di vista turistico, ambientale, sanitario e dell’innovazione tecnologica. Una Toscana modello per l’Italia, che sappia mettere al centro le persone, fornendo servizi di primissima qualità.
Cosa l’ha spinta a candidarsi per la guida della Regione?
Il desiderio di mettere a frutto quello che ho imparato in 5 anni nelle istituzioni, per far fare alla regione che amo quel salto di qualità di cui ha bisogno.
Mi potrebbe indicare il difetto più grande del centrodestra e del centrosinistra in Toscana?
La miopia. Che poi è il difetto più grande delle classi politiche che si sono succedute in tutta Italia dal dopoguerra ad oggi. La ricerca del consenso immediato ha impedito alla politica di progettare un futuro e di prendere decisioni anche impopolari pur di creare un domani migliore per tutti.
Come valuta i suoi principali sfidanti, Eugenio Giani e Susanna Ceccardi?
Non mi pronuncio sulle persone, ma politicamente siamo all’antitesi. Nessuno dei due è in grado di governare la Toscana. Entrambi sarebbero presidenti cooptati e manovrati dai partiti delle loro coalizioni. Giani è in politica da sempre ma non ha mai alzato un sopracciglio per denunciare le storture, ad esempio, del nuovo sistema sanitario disegnato dalla riforma del 2015. Ceccardi dopo aver amministrato per neanche quattro anni il mio Comune, passerà alla storia per la sua inconsistenza amministrativa e i provvedimenti ridicoli come lo spray al peperoncino gratis per le donne. Poi ha colto la palla al balzo della notorietà ed è scappata a Bruxelles, alla faccia dell’interesse dei suoi concittadini. Sinceramente non affiderei a nessuno dei due la gestione di una regione come la nostra.
Per giorni si è parlato della frase “candidato al guinzaglio”. Poi altre polemiche. Ma i temi forti che dovrebbero interessare davvero i cittadini quali sono?
Io sono una cittadina. E dalla politica mi aspetto che crei le condizioni ottimali per attrarre lavoro e al tempo stesso mi garantisca servizi di qualità a costi proporzionati. Ciò significa rendere più efficiente e dunque meno presente la burocrazia, sia per le imprese che per le persone, e colmare il gap infrastrutturale che rende due terzi della nostra regione poco appetibile per gli investitori. Io quello che chiedo alla politica è di darmi una visione.
Quali sono le prime tre cose che vorrebbe fare se fosse eletta Presidente della Regione?
La prima è approvare una legge sulla vita indipendente, che dia ai disabili gravi della Toscana la certezza di ricevere un sostegno sufficiente per essere davvero parte attiva della comunità. La seconda è un piano di gestione dei rifiuti della durata di almeno 15 anni, per arrivare al 2036 con una produzione di rifiuti urbani non riciclabili pari a zero. La terza è creare un’agenzia per l’innovazione con sede sulla costa, in grado di mettere insieme centri di ricerca, università e poli tecnologici e creare le condizioni per l’insediamento di aziende e start up che si occupino di blue e green economy.
Infrastrutture, la Toscana non è messa molto bene. Cosa mi dice a riguardo? Lei quali opere vorrebbe realizzare subito?
La prima cosa da fare è la manutenzione dell’esistente: solo in provincia di Pisa ci sono oltre 400 ponti che hanno bisogno di essere messi in sicurezza. Questo significa lavoro immediato. Dopo di che, bisogna spingere Rfi e Ferrovie dello Stato a sviluppare una rete ad alta velocità tra Firenze – Pisa e l’aeroporto Galilei e una tra Livorno e Civitavecchia. Parallelamente vanno migliorati i collegamenti centro periferia, perché non è possibile che per andare in treno da Firenze a Grosseto ci vogliano 3 ore.
Tema aeroporti. Potremmo fare chiarezza, una volta per tutte, sugli scali di Pisa e di Firenze? Lei è a favore dell’allargamento di Peretola? Ma due aeroporti così vicini e in concorrenza possono convivere?
Firenze ha un aeroporto da 2,7 milioni di passeggeri l’anno. Che senso ha pensare di potenziarlo ulteriormente, sapendo che si trova al centro dell’area maggiormente urbanizzata della Toscana? Questa è follia. Tutti gli altri scali italiani, da Malpensa, a Linate, a Fiumicino, sono lontani dalle zone abitate. Quindi siamo in presenza di un capriccio, non di un’infrastruttura strategica. Se ci volesse mezz’ora dal Galilei a Santa Maria Novella, nessuno sentirebbe il bisogno di potenziare Peretola. È questione di priorità e di fare l’interesse generale, non quello particolare.
Che giudizio dà, complessivamente, del Governo Pd-M5S? Perché non si è arrivati a un accordo anche in Regione?
Il governo giallo-rosso sta ottenendo ottimi risultati, pur operando in una situazione drammatica senza precedenti. Quando si governa in coalizione non si può pretendere che tutto sia sempre perfetto e a volte è necessario scendere a compromessi. Certo non ho esultato quando ho visto che negli allegati al Dl semplificazioni era ancora presente il tunnel tav di Firenze tra le opere strategiche, ma so che alla fine il buonsenso prevarrà e questa opera dannosa verrà abbandonata definitivamente. In Toscana è tutta un’altra storia. Qui c’è un partito, Italia Viva, che ha lanciato un’opa ostile sulla Regione e il Pd ha preferito non opporsi. Perché la paura di perdere poltrone importanti è troppo forte. Con queste premesse, non c’è mai stato spazio per pensare davvero a un progetto comune.
Se vuole può lanciare un appello agli elettori…
Agli elettori dico, state attenti a chi vuole prendervi in giro. Il programma di Giani è la fotocopia esatta del nostro del 2015. Parlano di sanità territoriale, di acqua pubblica e di economia circolare, tentando di cancellare tutto quello che hanno fatto negli ultimi 10 anni, ma lo fanno solo oggi che sono a caccia dei vostri voti. Dopo averli ottenuti, Giani agirà esattamente come farebbe la Ceccardi, smantellando i servizi pubblici in favore del privato, peggiorando la qualità di vita dei cittadini e facendo lievitare i costi di servizi sempre più scadenti. Ma un’alternativa a una Toscana rosso-verde c’è e passa dalla voglia di #CambiarePasso.