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Il Covid 19 e la comunicazione del terrore

- Cronaca
24 Agosto 2020

Andrea Cosimi

“Il sonno della ragione genera mostri” non è solo un quadro di Francisco Goya. A me sembra che, da un po’ di mesi, sia ciò che sta avvenendo in modo particolare in Italia, dove una buona parte delle persone si fa idee e convinzioni “fermandosi ai titoli” e non approfondendo bene i fatti. La realtà ci dice ad oggi, dati dal sito del Ministero della Salute del 23 agosto, che il totale dei casi è pari a 295.345, ovvero lo 0,49% della popolazione italiana. Lo stesso sito governativo quantifica nel minimale 3,9% quello dei soggetti ammalatisi senza patologie preesistenti al momento del ricovero. Massimo rispetto e dolore per i 35.437 deceduti la cui età media si colloca sugli ottanta anni. Attualmente i positivi sono  18438, ripeto, 18438. Potrei continuare ad elencare i numeri ufficiali riportati, ma mi fermo all’evidenziare quello del totale degli abitanti in Italia all’ultimo censimento: 60.238.522. E tralascio quasi provocatoriamente la crescita costante dei tamponi effettuati.

Non sono un negazionista, il virus esiste e tutte le regole che vengono dettate vanno rispettate, come minimo per dovuto senso civico. Ma questo non significa concordare su come la comunicazione mediatica sia mediocremente scivolata in basso: faccio una incredibile fatica ad imbattermi in articoli di spessore, cambio immediatamente canale al quotidiano servizio televisivo proteso a far passare il consueto messaggio di paura e terrore. Per non parlare del linguaggio di troppi politici, cui l’italiano medio porta reverenza nemmeno fossero calati tra noi dal regno degli dei.

L’Italia, va detto, si è “venduta” bene con il suo famoso “modello”, stesso dicasi per la Lombardia, peccato che, nonostante un lockdown rigidissimo ed una austerità imposta che ancora faccio fatica a dimenticare, tanto è stata eccessivamente dura, i numeri di altri Stati, ben più morbidi nella gestione del Covid, siano spesso percentualmente decisamente migliori di quelli made in Italy. Allora dove sta la verità? Perché l’illustre virologo professor Palù invoca giustamente lo stop agli allarmismi? Che poi siamo veramente una Nazione piena di contraddizioni e controsensi: si sceglie la strada della auto flagellazione della nostra economia premettendo, in cima a tutte le disamine, sempre il “mostro”, pronto a tornare in autunno ed in difesa del quale i luoghi all’aperto devono stare chiusi, i giovani vanno criminalizzati, la Scuola va messa in dubbio, l’Università si fa a distanza se non, addirittura, si chiude. Mentre, chi sa, magari quei tanto temuti assembramenti avvengono forse su un traghetto o in un circolo, fuori di un bar o in una chiesa, su un autobus o in un supermercato…?

Trovo tutto molto illogico e provo disistima per chi, in pieno stile fobico da fine millennio, dà la caccia all’untore.
Che poi mi fanno veramente arrabbiare, ad esempio, i fumatori: mica si preoccupano con la stessa ansia del cancro, che miete ahinoi molte più vittime ogni anno, no, li vedi aspirare voluttuosamente nicotina mentre ti narrano terrorizzati la loro paura del Covid.

Credo sia ovvio che di nuovi casi ne avremo sempre, non occorre ogni giorno questo bollettino di guerra che genera per lo più emotività e, alla fine, non dà alcun valore aggiunto. E le altre patologie? Sembrano diventate di serie C: eppure, ad esempio, gli infarti e le malattie cardiovascolari colpiscono molto di più, dati alla mano. Può darsi portino a minore tiratura o audience…?

A me piacerebbe una gestione del problema molto più di spessore e caratterizzata da maggior equilibrio, invece da mesi faccio parte di quegli italiani costretti a sopportare un linguaggio del terrore ormai divenuto talmente ripetitivo e diffuso da più voci da venir percepito da molti come vera ed unica fonte di verità. Che senso ha avuto chiudere le discoteche? Quale ratio supporta la chiusura ad oltranza degli stadi, il divieto di concerti e di tanti eventi che fanno bella la nostra Italia? Non sarebbe meglio una comunicazione tesa a responsabilizzare le persone e dare poche chiare regole? Può l’economia italiana continuare a muoversi con il freno a mano tirato di fronte a questi numeri e a queste percentuali con lo zero davanti?

Sono profondamente convinto, da sempre, che solo la conoscenza, la volontà di approfondire, può avvicinare alla verità delle cose. Occorre autorevolezza del Sapere, occorre non fermarsi al titolo, occorre sottrarsi al pensiero comune: perché il Covid esiste e dal Covid dobbiamo difenderci rispettando le regole imposte. Ma con il Covid dobbiamo imparare a convivere tornando, quanto prima si spera, alla normalità della vita. Esattamente come stiamo facendo, da tempo, con tante altre patologie purtroppo molto più letali di questa.

 

Foto: “Il sogno della ragione genera mostri” (Francisco Goya) – Wikipedia

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