Nato a Pisa, geometra libero professionista, Michele Parrini ha cinquantanove anni ed è coniugato. Dopo una breve esperienza politica nel 2016 (si candidò ottenendo il 7,8% e per un anno fu vicesindaco di Susanna Ceccardi) si presenta al giudizio degli elettori, come candidato sindaco, alla guida della lista civica “Progetto Cascina”. Lo abbiamo intervistato per chiedergli qual è la Cascina che ha in mente.
Partiamo da un gioco. Facciamo un salto in avanti di 10 anni. Lei non solo è stato eletto sindaco quest’anno, ma è stato anche riconfermato per il secondo mandato. La domanda che le chiedo è: com’è Cascina nel 2030?
Nel 2030 con un Sindaco espressione di una Lista Civica, non dovendo rispondere alle dinamiche faziose e divisive dei partiti, Cascina sarà sicuramente migliorata sotto diversi aspetti. Scuola: edifici sicuri, non certo come quelli lasciati dal Pd e comunque trascurati, sul piano sostanziale – sismico, statico ed impiantistico – dalla Lega. I posti al nido non mancheranno, sarà applicato il tempo pieno – dalle 7.00 alle 19.00 – e saranno gratuiti, veramente una città a dimensione di bambino. Sport: le convenzioni con le associazioni saranno state tutte sottoscritte e gli investimenti già ben avviati (adesso siamo ancora all’ennesima proroga). La “Cittadella dello Sport” sulla Via del Fosso Vecchio non è più un sogno, ma tutto il lotto è stato completato e, finalmente; la piscina è diventata impianto di livello nazionale riconosciuto dal Coni e dalla Federazione italiana nuoto, sono presenti tutte le discipline sportive, ed ad aprile del 2028 è stato inaugurato il Palazzetto dello Sport con due eventi: 1) Festa dello sport con presentazione di tutte le associazioni del territorio; 2) concerto di chiusura con le associazioni musicali comunali.
Cultura: le stazioni ferroviarie dismesse di Cascina, San Frediano e Navacchio, acquisite dal Comune in comodato d’uso da RFI, sono state recuperate dedicandole ad un’altra biblioteca, spazi di lettura, musica, studio, lavoro agile; diventando dei punti di aggregazione ed incontro per tutte le generazioni.
Ambiente e territorio: 1) Tutti gli impianti di illuminazione sono stati sostituiti con lampade a led; 2) È stata realizzata la seconda stazione ecologica ed è in costruzione la terza, grazie ai ricavi derivanti dalla politica “rifiuti zero” che ha consentito un riciclo dei rifiuti pressoché totale, gestito da una coop. pubblica che dà lavoro a 15 persone.
Per quanto riguarda le infrastrutture?
Il progetto della regimentazione delle acque del sistema secondario è stato completato e sono stati avviati i lavori di adeguamento delle sezioni dei fossi e della costruzione delle vasche di laminazione; le aree più critiche – via Profeti, via Macerata, via IV novembre, via 1° maggio ecc – teatro in passato di allagamenti periodici, sono state messe in sicurezza; la Convenzione stipulata con RFI ha consentito di ripristinare e mettere a regime tutti i passanti sotto la ferrovia. Il progetto di implementazione della rete fognaria è stato completato, così come la depurazione è stata implementata con la costruzione di un nuovo impianto da parte di acque.
Un elenco bello lungo…
Non è finito (sorride). L’ex area Decoindustria è stata bonificata e restituita ai cittadini della frazione che, grazie all’Associazione che già gestisce il Circolo Futura, ne hanno fatto uno spazio ludico-sportivo. L’ex Fornace di Barca di Noce è stata data in concessione trentennale ad un’associazione sportiva che ha realizzato un parcheggio per gli abitanti, due campi di calcetto ed un’area di servizio per chi percorre la pista ciclabile lungo l’Arno. L’area ex Fornace, Cava Quaglierini e zona sportiva di Musigliano è in fase di trasformazione grazie ad un accordo con l’Università di Pisa che ha consentito di realizzare un campus, un parco ed un’area sportiva multidisciplinare. Mi fermo qui…
Dopo tutte queste cose concrete che vorrebbe fare le vorrei chiedere a quali valori ispira la sua azione e cosa ritiene sia più importante quando uno decide di fare politica?
I valori di riferimento sono quelli del rispetto dell’altro e lo spirito guida il buon senso e domandarsi sempre: qual è la scelta di interesse della mia comunità? Questa è la missione!
Quando ha iniziato a fare politica? Ricorda come si avvicinò e cosa faceva?
La politica mi ha sempre affascinato sin da ragazzo iniziando con le contestazioni dell’anno 1976/77/78. La mia prima campagna elettorale è stata per le “Comunali” del 2011, quale capo lista della lista civica Si Amo Cascina; il risultato fu apprezzabile, oltre l’8% e così, arrivando secondo, entrai in Consiglio Comunale. Durante tutta la campagna elettorale feci una sorta di porta a porta ed incontri con gazebo nei mercati rionali.
Mi può dire un difetto della sua parte politica? E il pregio più grande?
Il difetto? Ci debbo pensare, al momento non riesco a trovarlo. Il pregio più grande della nostra lista civica è indubbiamente quello di essere “liberi” di mente e di pensiero. Liberi dalle dinamiche e dagli interessi dei partiti, che hanno smesso di fare politica; fanno solo propaganda generando una contrapposizione tra schieramenti che non è più né sopportabile né tollerabile. Inoltre, mi lasci dire, siamo un gran bel gruppo affiatato.
Che giudizio si sente di dare dell’amministrazione cascinese del centrodestra?
Ha perso un’occasione che nella vita capitano una sola volta. Doveva iniziare a ricostruire su un terreno politico terremotato e invece… Profughi, rom, taglio dell’erba ed asfaltature. E di interventi strutturali? Nessuno, neanche l’ombra. L’unico atto è stata l’adozione del Piano Strutturale Intercomunale con il Comune di Pisa. Ritengo che questo sia stato un atto di forza e di maleducazione istituzionale gravissimo, non si porta in Consiglio un atto di tale rilevanza tre giorni prima della scadenza del mandato, ipotecando il lavoro della Giunta che ti succederà.
Facciamo un salto indietro di alcuni anni. Come pensa sia maturata la sconfitta di Antonelli nel 2016?
Il Pd e tutta la componente di centrosinistra continua a cercare il colpevole di tale disfatta (hanno messo anche me tra questi, ma la matematica gli dà torto, i miei 1500 voti non faranno mai pari con i loro 6000 persi), senza rendersi conto – ed il fatto è grave sia che non capiscano sia che facciano finta – che nel 2016 non ha vinto la Lega, ma ha perso il Pd, e soprattutto il suo candidato Sindaco. Le primarie furono un primo atto di sfiducia, ma l’arroganza e la totale mancanza di ascolto che ha caratterizzato quella consigliatura hanno fatto il resto. Certo che i profughi a “la Tinaia” prima e gli allagamenti del 2 giugno dopo, non hanno fatto altro che far traboccare un vaso che era già stracolmo. Dovrebbero poi domandarsi a chi appartenevano quelle 700 schede bianche… hanno giocato a mandarsi i messaggi in codice, pensando che anche stavolta l’avrebbero sfangata, ed invece gli è andata male, parecchio male.
Mi può indicare le sue tre priorità nel caso fosse eletto sindaco? E il rischio maggiore se vincessero gli altri?
Le priorità le ho praticamente indicate quando le ho descritto come mi immagino Cascina nel 2030. Certo che i primi atti da fare sarebbero (limitandoli a tre): 1) revisione del PSI (Piano strutturale intercomunale) con Pisa, consentendo a Cascina di crescere; 2) reintroduzione della figura del dirigente (colpevolmente smantellata da Antonelli), soprattutto per la struttura tecnica (edilizia privata, urbanistica e lavori pubblici) ed amministrativa (bilancio e patrimonio). Non riesco ad individuare il mio principale sfidante, tutti però fanno riferimento o sono caratterizzati da aree di partito. Il rischio è che ricadremmo nel solito circolo vizioso: chiacchiere tante ma fatti nulla, come è successo negli ultimi 20 anni almeno; 3) Costituzione dei Consigli di frazione, vero occhio, orecchio e voce della Giunta sul territorio, per non perderne il contatto.
Nella campagna elettorale del 1994 si parlò, tra le altre cose, dei centri commerciali e dei rischi che avrebbero corso i negozi. Che strada vede, oggi, per rilanciare la vita fuori dai grandi magazzini?
La rete degli esercizi di vicinato va ricostruita. I centri commerciali, ma anche quelli della media distribuzione (vedi il Conad nell’area dell’ex mostra del mobilio, del cui insediamento eravamo assolutamente contrari, ed i fatti ci hanno dato ragione), divorano il tessuto commerciale su cui la nostra economia comunale si è sempre basata. In settimana incontrerò i rappresentanti di Confesercenti, Confcommercio e Confedilizia proprio per confrontarci su quali potrebbero essere le azioni per ribaltare questo trend negativo.
Se dovesse essere eletto sindaco si impegna a rimanere in carica fino al termine del mandato?
Certo. Non ho e non mai avuto altre ambizioni. La mia vita (famiglia, lavoro, amici e Cascina, per l’appunto) è qui, e qui voglio riuscire a seminare e possibilmente far raccogliere ai cittadini il frutto del nostro lavoro, dei componenti la mia lista – eccezionali, me lo lasci dire – e mio.
Cosa ci hanno insegnato o ci dovrebbero insegnare i momenti difficili dell’emergenza coronavirus?
L’emergenza Covid avrebbe dovuto miglioraci, se possibile ci ha persino peggiorati. I canti dai balconi, il senso di appartenenza alla comunità, il sostegno… ci siamo persino dimenticati la colonna dei camion militari che trasportavano le salme. Brutta bestia l’uomo. Ma non dobbiamo arrenderci, una società migliore è sicuramente possibile
Le offriamo la possibilità di lanciare un appello a tutti gli elettori di Cascina . Dica pure…
Cari cittadini, nell’anno in cui mi è stato consentito di svolgere il ruolo di Vice-Sindaco, credo di avere dato prova di due cose, che ritengo fondamentali per un amministratore: 1) la mia porta sempre aperta per ricevere ed ascoltare tutti; 2) la mia disponibilità a venire sino a casa vostra per verificare alcune delle problematiche che mi avete rappresentato nel corso di quell’anno. A differenza degli altri, pertanto, non devo promettere che lo farò; l’ho fatto, contrariamente agli altri che continuano a promettere ma, quando sono stati messi alla prova, non l’hanno fatto. Pensateci. Ma, comunque vada, buona vita Cascina!