– Doady Giugliano –
Molti dei nostri lettori sicuramente conosceranno la torrida trama del film “Il Postino suona sempre due volte“, un classico del 1981, i più anziani magari avranno visto l’originale in bianco e nero datato 1946. Una storia di passione morbosa che all’epoca fece molto scandalo, così come il romanzo da cui era stato tratto. Gli unici che probabilmente non sono a conoscenza di questo capolavoro sono i postini in servizio nel centro di Pisa, ai quali forse non piace la Musica e probabilmente neppure le carnali passioni. Ordunque, soprattutto durante il periodo estivo, ci viene segnalato da residenti del centro cittadino un fatto increscioso.
Nel consueto giro mattutino, alcuni di questi operatori (per fortuna trattasi di pochi casi) per sbrigare il loro compito introducono regolarmente in cassetta la corrispondenza. Ma qualcosa di “scandaloso”, non proprio come nel film, avviene anche in questo momento. Assieme a bollette e lettere varie, evidentemente per sbrigare i compiti nel minor tempo possibile, evitano di suonare il campanello (neppure una volta), per la consegna delle raccomandate imbucando il cedolino di avviso di raccomandata. Così ai malcapitati residenti, non resta che armarsi di santa, che poi diventa malefica pazienza e perdere un bel po’ del loro tempo, in fila all’ufficio postale per ritirare ciò che poteva e doveva essere consegnato in pochi secondi.
Ciò che meraviglia è che sulla cedolina appare scritto l’orario della mancata scampanellata. Orario che, strano a dirsi, corrispondeva con la presenza dei destinatari nelle proprie abitazioni. A questo punto potrebbe sorgere il dubbio, anzi due: i residenti sono tutti sordi, oppure i postini sono talmente delicati che al primo movimento della Quinta sinfonia di Beethoven prediligono la Barcarola di Offenbach?
Ovviamente, pur rispettando il lavoro di questi operatori, si chiede loro il piccolo sforzo di suonare almeno una volta il campanello dei destinatari, meglio due. Hai visto mai che possano nascere, passioni, amori e tradimenti vari…
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Perché la rubrica si chiama “Lo Scolmatore”? Quando il troppo è troppo è opportuno aprire le paratie dando libero sfogo all’acqua, per evitare che tracimi allagando tutto. Ogni riferimento al canale Scolmatore, che dall’Arno devia l’acqua in eccesso al mare, è voluto. Un libero sfogo ragionato da cui si possono trarre spunti di riflessione interessanti.
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