Lo svizzero Stanislas Wawrinka non è certo uno sconosciuto nel mondo del tennis. Ha vintoben 16 titoli Atp tra cui tre tornei del Grande Slam (Australian Open, Roland Garros e Us Open). Non è più giovanissimo (35 anni) ma è ancora in grado di impensierire i migliori. Attualmente è 17° nella classifica Atp e a Roma era decimo nel tabellone.
Ma per quale motivo vi parliamo di Wawrinka? Perché agli Internazionali di Roma è stato battuto da un giovanissimo ma già forte tennista italiano, Lorenzo Musetti, diciottenne di Carrara. Lorenzo è il più giovane di sempre a vincere una partita in un torneo del Master 1000. È nata una nuova stella? Troppo presto per dirlo. Di certo il toscano ha i numeri per diventare un ottimo tennista. A Roma ha liquidato Wawrinka in due set, 6-0 / 7-6(2) in un’ora e 25 minuti. Ora se la vedrà con il giapponese Kei Nishikori. Con questa bella vittoria Musetti (che era al 249° posto nel ranking Atp) entra nei primi 200 giocatori del mondo.
Come tutti Lorenzo ha iniziato da bambino a giocare a tennis. Si esercitava nella cantina di sua nonna, palleggiando per ore contro il muro. Ora, dopo importanti successi a livello giovanile (è stato il nº 1 della classifica mondiale ITF Juniores il 10 giugno 2019) sfida i più grandi campioni.
“Non mi aspettavo la vittoria contro Wawrinka – racconta a caldo – ma penso di averla meritata perché ho giocato un buon tennis. È un sogno che si avvera, ancora non credo a quello che ho fatto”.
Vista la giovane età Lorenzo studia ancora (frequenta il liceo linguistico) e si allena al Centro tecnico di Tirrenia (Pisa). Agli Internazionali di Roma dopo l’exploit contro Wawrinka Lorenzo vuole tenere i piedi per terra: troppo grande, infatti, è il rischio di bruciarsi per eccesso di entusiasmo. “Abbiamo lavorato molto questo mese – racconta in conferenza stampa -. Questo è un passo importante per la mia maturazione. Non so perché ma ero molto calmo prima del match e questa forse è stata la chiave della mia vittoria. Il tennis oltre a essere un lavoro e anche tanta passione. Spero che questa cosa duri per il resto della mia carriera. Questa è una partita, non ho ancora finito il mio processo. Mi sto avvicinando al Tour, ma devo fare ancora tanti step. È un percorso difficilissimo e per arrivarci bisogna prendere tante batoste, giocare i Challenger e fare esperienza”.