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Salernitana-Pisa: fenomenologia di un poker insignificante

- Sport
18 Ottobre 2020

Alfredo Mercurio

Qui Salerno: quattro palloni conferiti al Pisa e non sappiamo neanche bene come. Il risveglio domenicale nella città cara a San Matteo non è però dettato da alcuna euforia. La Salernitana, da qualche anno a questa parte del resto, ci ha abituato alle partenze razzo per poi perdere colpi nel mese di novembre. Una consuetudine, un difetto di pronuncia  della realtà che ci ricorda di appartenere all’anonimo limbo delle multiproprietà.

Il clima è rovente e non siamo più capaci di godere appieno delle vittorie, i motivi? Si fa presto a spiegarli: Tutino per la cadetteria è un autentico fuoriclasse ma non è di proprietà e molto probabilmente ha già le valigie pronte per altri lidi, André Anderson sogna di affermarsi dalle parti di Formello, Cicerelli – scoperto dalla Salernitana – è stato ceduto alla Lazio per 40mila euro e rispedito magnanimamente in prestito, Lombardi desiderava misurarsi col palcoscenico della massima serie ma le condizioni fisiche precaria hanno fatto sì che tornasse controvoglia all’ombra del Castello di Arechi, il Direttore Sportivo Fabiani non è in grado di costruire una rosa decente senza appoggiarsi ai favori del circuito dei procuratori prediletti, Claudio Lotito dopo mesi di silenzio – forte della vittoria conseguita dalla sua creatura di secondo letto – è tornato a dar sfoggio di tutta la sua boria, il co-patron Mezzaroma – un po’ come il celebre Mastrota – parla solo quando c’è da lanciare qualche iniziativa di marketing.

La fenomenologia di un sogno, a queste latitudini, non si lega ai risultati conseguiti sul rettangolo verde, le aspirazioni del popolo granata confluiscono in un’unica speranza: la cessione delle quote societarie da parte della triade capitolina.

Lo scotto lo pagheremo nei prossimi anni, la totale disaffezione per le vicende di casa granata farà in modo che pochi bambini si avvicineranno alle sorti del glorioso Ippocampo.

Nessuno si permetta di dire che la piazza di Salerno è critica per una questione di categoria, chi scrive – senza presunzione – ha assiepato le gradinate (se così si può definirle) di tutti i campetti di provincia e, per ben due volte, ha visto anche Borgo a Buggiano: la prima volta in un film di Pieraccioni, la seconda in uno scialbo 0-0 nel febbraio del 2013.

Alfredo Mercurio
SoloSalerno.it

Foto: US Salernitana 1919 

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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