Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato una nuova ordinanza che decreta il passaggio in “area arancione” di Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria. “Il ministro Speranza mi ha chiamato per chiedermi il parere come prescritto dal Dpcm – ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – che ho naturalmente espresso favorevole, perché ritengo che si debba fare squadra. Mi fido del comitato tecnico scientifico del ministero e quindi passeremo in zona arancione insieme ad altre cinque regioni. Da quello che mi risulta si arricchisce anche il numero delle zone rosse, quindi siamo in una situazione intermedia in Italia. Cerchiamo di resistere ora per uscirne prima”.
“Io non la ritengo una classifica – ha aggiunto il presidente della Toscana – il fatto di entrare nell’una o nell’altra delle aree lo ritengo come il modo più corretto per fronteggiare una situazione che si determina per una pandemia, e sulla pandemia non c’è responsabilità. Quindi non lo dobbiamo sentire come uno smacco per il nostro Paese o per le nostre regioni, ma dobbiamo adoperarci al meglio per prevenire quella che può essere una situazione peggiore”.
In un’intervista a Radio Uno Giani ha aggiunto che “una situazione di zona arancione è una situazione in cui ancora essenzialmente la scuola ed il lavoro vengono considerati. Certo, ci sono le situazioni che riguardano bar e ristoranti in una città turistica come Firenze, o in una regione turistica come la Toscana, però vi è la previsione del ristoro da parte del governo, e vi è la necessità secondo me per tutti di fare sacrifici ora per vedere se ripartiamo prima”.
“Purtroppo il contagio non si è fermato – ha scritto su Facebook il sindaco di Firenze, Dario Nardella – e tutta la Toscana diventerà zona arancione a partire da mercoledì. Ci faremo trovare pronti per affrontare al meglio questa nuova fase a Firenze. Conto sulla responsabilità e sull’impegno di tutti voi”.
Non mancano le critiche alla decisione del Governo. “La retrocessione in zona arancione non ci stupisce. Anzi – dichiara il presidente di Confartigianato Firenze, Alessandro Sorani. – Purtroppo ci aspettiamo che a breve possa esserci un ulteriore peggioramento delle misure di contenimento del virus anche per la nostra regione. Quello che ci allarma più di tutto è questo muoversi a tentoni e un navigare a vista senza alcuna lungimiranza da parte del Governo. Siamo nel pieno di questa seconda ondata che dall’8 marzo tutti quanti temevano. Ci sono stati 7 mesi potenzialmente utili per lavorare sul trasporto pubblico, sulla sanità e sulla scuola e a pagarne le conseguenze sono come sempre i lavoratori della sanità costretti a turni massacranti e il mondo delle imprese che si trova a fronteggiare un nuovo lockdown mascherato. Come sempre chi lavora viene influenzato in maniera devastante dall’incapacità di chi governa e che non si assume le responsabilità prendendo decisioni più orientate al consenso che dalla reale efficacia”.
“Non possiamo che subire l’escalation dei colori, ma chiediamo fin da subito che a maggiori restrizioni corrispondano strumenti crescenti nel ristoro delle imprese”, ha detto Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana. “Chiediamo un piano di aiuti non per i prossimi due mesi, ma con una programmazione che arrivi fino a giugno. Aiuti concreti e immediatamente operativi, per le nostre imprese e per i nostri dipendenti. Ricordo che l’artigianato sta ancora aspettando la cassa integrazione di luglio, agosto, settembre e ottobre. Il governo deve versare immediatamente quanto dovuto per il pagamento nelle casse di Ebret. Noi imprenditori abbiamo già difficoltà nel pagare la quota di stipendio di nostra competenza: non siamo ormai più in grado di anticipare anche la Cassa integrazione”.
COSA CAMBIA IN TOSCANA
Rimane il “coprifuoco” dalle 22 alle 5 (come per le zone gialle), a esclusione degli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Vietati gli spostamenti fuori Regione, in entrata e in uscita, salvo esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Vietato spostarsi in un comune diverso senza l’autocertificazione e un valido motivo. Non si possono raggiungere le seconde case in un comune diverso, salvo che vi siano motivi urgenti (ad esempio la necessità di fare riparazioni). Bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie sono chiusi ma possono continuare a vendere con modalità da asporto dalle 5 alle 22 o tramite consegna a domicilio.