La Toscana vanta un primato di cui va particolarmente fiera: fu il primo stato (come Granducato) ad abolire la pena di morte. A volerlo fu in granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena, adottando un nuovo codice penale in cui si cancellava la pena. La Festa della Toscana, istituita venti anni fa, ricorda quell’evento e afferma l’impegno per la promozione dei diritti umani, della pace e della giustizia, come elemento costitutivo dell’identità della Toscana. In un videomessaggio al Consiglio regionale della Toscana il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha rivolto “un caloroso saluto” alla regione che nel 1786, quando era Granducato di Toscana: “Fu il primo Stato al mondo ad abolire formalmente la pena di morte e la pratica della tortura. Un primato di straordinario significato, non solo per l’Italia, ma per l’intera civiltà giuridica”.
Nel celebrare “l’identità e l’orgoglio di questa regione, che affonda le sue radici nella libertà comunale, nei principi dell’umanesimo – ha proseguito Sassoli – siamo tutti chiamati a riflettere sui nostri valori comuni: sulla giustizia, sulla pace, sul diritto alla vita, sui diritti fondamentali della persona”. Un impegno che vale ancora oggi, ha sottolineato il presidente del Parlamento europeo, perché “non può esserci Europa senza la dignità della persona e il riconoscimento giuridico del suo valore. Rafforzare la sensibilità rispetto alla pena di morte costituisce anche oggi un impegno morale e un dovere culturale irrinunciabile. Le istituzioni europee, e in particolare il Parlamento europeo, sono da sempre in prima linea perché non ci può essere Europa senza la dignità delle persone, il riconoscimento giuridico del suo valore. Rispetto a questo tema non possiamo restare indifferenti. Le esecuzioni capitali – ha sottolineato Sassoli – rappresentano un fallimento dello stato di diritto perché sono irrevocabili, e come spesso dimostrato possono essere anche inflitte ad innocenti. Ma soprattutto è la storia che ci insegna che questa sanzione non costituisce un valido deterrente contro i crimini ma piuttosto finisce per svalutare il valore della vita che invece rappresenta la premessa per favorire i rapporti tra gli Stati e le relazioni sociali”.
Il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo , nel dare inizio alla seduta solenne ha ricordato il proprio stato d’animo alla vigilia della festa: “Quando mi sono chiesto se oggi fosse giusto celebrare questo 30 novembre subito ho risposto sì, e per una serie di motivi. Il primo è che sono 20 anni dalla prima edizione e credo fosse doveroso segnare un traguardo importante che non rappresenta un punto di arrivo ma un punto di nuova ripartenza. Il secondo è che dalla Toscana, ancora una volta, deve levarsi forte la voce di una storia che ha radici profonde nel suo passato ma al tempo stesso deve avere lo sguardo rivolto al futuro. Questa è una giornata particolare e in questi giorni ho pensato molto a come celebrarla”, ha detto Mazzeo aprendo la seduta solenne per la Festa della Toscana. “Eravamo abituati a sedute solenni con autorità in un teatro anche pieno di ragazzi. E invece oggi siamo costretti a salutarci attraverso uno schermo. Eravamo abituati a parlare di diritti e libertà ma questa pandemia ci chiama ad una riflessione ancora più profonda su questi temi e sul loro valore”. Mazzeo ha voluto inoltre ringraziare il presidente del Parlamento Europeo “perché con le sue parole ha dato alla Toscana un riconoscimento non formale ma sostanziale indicandola come seme di una nuova Europa, una comunità civica, solidale e innovativa”.
Nel suo intervento il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha sottolineato che con l’abolizione nel 1786 della pena di morte in Toscana “siamo diventati un riferimento nel mondo per questa scelta e questo impegno che io con molta pacatezza, ritengo sia la scelta della Toscana nella sua cultura, nel suo essere sempre attenta alle arti, alle scienze, all’evoluzione della civiltà umana è la considerazione massima che si dà alla vita umana”. La celebrazione della festa “non è una rievocazione storica”, assicura Giani, ma “si cala in una iniziativa che è quanto mai attuale. In un pianeta dove vivono 7 miliardi di persone, 3,5 miliardi, la metà del nostro pianeta, vive con ordinamenti che hanno ancora la pena di morte: negli Stati Uniti, in India, in Cina in Iran. Il nostro è un messaggio verso quella metà del mondo che ha ancora la pena di morte come massima sanzione del loro ordinamento penale. La nostra non una rievocazione storica, ma un messaggio quanto mai attuale”.
Simpatica iniziativa delle Gallerie degli Uffizi, che hanno partecipato alla Festa della Toscana facendo “rivivere” Pietro Leopoldo sui social, attraverso l’animazione del proprio ritratto che spiega le ragioni che lo spinsero ad abolire la pena capitale. “Gli Uffizi sono da sempre legati in particolare a Pietro Leopoldo – spiega il direttore Eike Schmidt – il granduca che per primo nel 1769 aprì la Galleria a tutti quanti, la rese più accessibile grazie a riallestimenti scenografici e didattici, e la raddoppiò attraverso la creazione di nuovi spazi e l’acquisto di migliaia di opere d’arte e di intere collezioni. Ma il culmine dell’operato di questo straordinario granduca riformatore, che era ispirato dagli ideali dell’illuminismo, era il nuovo codice penale, e in particolar modo l’abolizione della pena di morte, che oggi celebriamo con la Toscana intera”.
L’omaggio sulla tomba di Gregory Summers
In occasione della Festa della Toscana il presidente della Regione, Eugenio Giani e l’assessore Alessandra Nardini hanno reso omaggio alla tomba di Gregory Summers, l’uomo giustiziato negli Stati Uniti nel 2006. Sempre professatosi innocente, dopo la condanna l’uomo intrattenne una fitta corrispondenza con gli studenti della scuola superiore “Luigi Russo” di Navacchio che avevano preso a cuore il suo caso. Grazie a questo legame chiese di essere sepolto a Cascina (Pisa). “Lo abbiamo fatto – ha detto Giani spiegando l’omaggio sulla tomba – perché fa parte del nostro impegno per chiedere l’abolizione, ovunque nel mondo, della pena di morte. Continueremo a chiederlo finché questa battaglia di civiltà non sarà vinta. Ci poniamo in diretta continuità con la decisione, presa proprio oggi, nel 1786, dal Granduca Pietro Leopoldo che abolì in Toscana sia la tortura che la pena di morte, in linea con quanto affermato pochi anni prima da Cesare Beccaria. Il caso di Gregory Summers da questo punto di vista è emblematico, così come lo è stato quello di Rocco Derek Bernabei, un altro caso di cui la Regione si era presa a cuore. Si è trattato di due battaglie purtroppo non coronate da successo, ma che valeva la pena di combattere. Così continueremo a chiedere l’abolizione della pena capitale, ovunque nel mondo, ogni volta che ce ne verrà data l’occasione. Buona Festa della Toscana, Regione di civiltà, a tutti”.
Falso storico in quanto non fu abolita in tutta la “Toscana” e non da tutti i toscani. Il discorso è lungo.
E quindi ?? E’ comunque un primato.
è stata una stupidata! oggi serve tanto se volgiamo rimettre in piedi il paese!
Quindi lei rimetterebbe in piedi il Paese con la pena di morte?
Ovviamente i paesi dove la suddetta pena è in vigore sono enormemente avanti rispetto al nostro… giusto?
e’ un mezzo per riportare.ordine e risolvere tanti problemi riordina le carceri ci libera di soggetti inutili e pericolosi.e un valido deterrente per la gestione della cosa pubblica e fortemente educativa.io ci credo fermamente.come siamo mess oggi e’ una follia che non durera’
“Riordina le carceri…”. Ma quanti detenuti crede mai che potrebbero essere giustiziati? Ha in mente qualche numero oppure no?
“Libera di soggetti inutili”: uno che ragionava così aveva i baffetti. Si ricorda?
L’importante non e’ se i paesi dove si applica la pena di morte sono avanti o indietro, l’importante e’che chi commette certi reati :strupri, assassini per danaro,uccisione di donne, abusi sessuali sui bambini,spacciatori,mafiosi vadano sul patibolo
adenzio
…altroché festa,andrebbe ripristinata in tutto il mondo!
Così risolverebbe tutti i problemi… Metodo talebano con legge del taglione e via! Giusto?
Tanta ipocrisia! La sinistra toscana celebra l’abolizione della pena di morte per assassini come ‘civiltà’ mentre celebra l’aborto di massa di bambini innocenti. Senza dubbio l’eutanasia sera il prossimo atto di ‘civiltà’. Barbari.
Forse mi sono perso qualcosa, ma nel lungo testo non ho letto una parola importante: Asburgo! Come mai?
Ha pienamente ragione! Abbiamo corretto mettendo anche un link alla pagina Treccani dove si parla di Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena, granduca di Toscana, poi imperatore del Sacro Romano Impero come Leopoldo II.