Fanno molto discutere le parole di Filippo Festini, professore di Scienze infermieristiche dell’università di Firenze. Sulla propria bacheca Facebook ha scritto: “Il vaccino che vi state per somministrare secondo il produttore (Pfizer Biontech, ndr) riduce il rischio di contrarre il Covid dello 0,87%, cioè di meno dell’1%”. Dopo aver espresso forti dubbi sull’efficacia del vaccino contro il Covid-19 fa sapere che non si sottoporrà alla campagna di vaccinazione. La notizia rimbalza sui giornali e sui social, scatenando polemiche.
“Dobbiamo chiederci se i costi enormi dell’acquisto e della somministrazione di questo farmaco – prosegue Festini – siano giustificabili a fronte di una riduzione del rischio di infezione così piccola”. E aggiunge: “Dovremmo cercare di imparare dagli errori del passato. Nel 1976, in occasione di un’epidemia di influenza suina, fu approntato un vaccino con molta fretta e accorciando i tempi e purtroppo ci furono molti morti e molti casi di paralisi neurologiche. Quando si assumono farmaci il principio di precauzione è fondamentale e il bilancio costi-benefici va ponderato con estrema cura, specie quando si programma una somministrazione di massa”.
In un altro post il professore spiega di non volersi vaccinare perché “come docente di metodologia della ricerca so che sette mesi per sperimentare un qualsiasi medicamento non sono sufficienti a garantire che esso non abbia effetti avversi o indesiderati nel medio e lungo termine” e perché “nell’inverno 1995-96 ho fatto il vaccino antinfluenzale e dopo poco ho cominciato ad avere episodi di vertigini improvvise fortissime con nausea e vomito che sono durate per oltre sei mesi”.
Le accuse del professore vengono smontate da alcuni docenti universitari che fanno parte della task force Covid 19: Gian Maria Rossolini (microbiologia e virologia), Alessandro Bartoloni (malattie infettive), Paolo Bonanni (Igiene) e Giulio Arcangeli (medicina del lavoro). “I dati di efficacia e sicurezza sono stati pubblicati il 10 dicembre sul New England Journal of Medicine, il più autorevole giornale medico al mondo”, e indicano una percentuale media di efficacia nella prevenzione del Covid del 95%. Poi snocciolano un po’ di numeri: “Il fatto che le persone con malattia siano state 162 su 17.511 tra le persone trattate con placebo, e 8 su 17.411 tra le persone vaccinate, rispecchia la probabilità media di contrarre l’infezione da Coronavirus in una popolazione di volontari che vivono come tutti gli altri cittadini, con mascherine e limitazioni della libertà di movimento”.
La tesi formulata da Festini, proseguono, “ignora completamente la realtà epidemiologica di una pandemia” ed è “gravemente fuorviante”. E concludono: se ci fosse stata una copertura al 95% lo scorso mese di febbraio avremmo “il 95% in meno di casi gravi e di morti”. L’università invita infine i professionisti della sanità e tutta la popolazione ad aderire con convinzione alla campagna di vaccinazione.
Mai mettere in dubbio il Sacro dogma vaccinale…
Si rischia un’accusa di eresia, con tutte le spiacevoli conseguenze del caso.
Dovrebbero contare, in questi casi, le evidenze scientifiche, non le suggestioni. In qualunque “bugiardino” sono indicate le controindicazioni, più o meno gravi, di tutti i medicinali, compresi i vaccini.
Concordo con i membri della task force Covid e apprezzo moltissimo che “I dati di efficacia e sicurezza sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine, il più autorevole giornale medico al mondo”, tuttavia i dati sono limitati a meno di un anno di uso sperimentale del nuovo vaccino. E’ come dire che possiamo determinare con sicurezza i trend del clima terrestre basandoci su un paio di centinaia d’anni di misure a fronte di miliardi di anni di essitenza del pianeta… ops! Ritengo che al momento (e parlo per me) sia più sicuro se necessario ricorrere a altre cure tipo anticorpi monoclonali o altri farmaci che hanno provato efficacia. In questo modo, uno si prende il virus e si immuzizza in modo naturale.
Flebile luce in fondo al tunnel del Pensiero Unico del Virus.
Che campioni di studenti. Tutti zitti per il comportamento della Germania, studenti, politici e media. Comincia a credere sia meglio rinuniare a questa Europa.
Ha ragione punto, quella del vaccino ormai si configura più come una religione che come scienza infatti gli adepti parlano usando il termine io credo nella scienza. Termine squisitamente religioso acefalo e acritico, la scienza si basa sul dubbio e non ci sono verità dogmatiche e tanto meno squadrismi obbligatori.
Non una religione. e’ una ideologia che serve al NWO
Marco hai perfettamente ragione, sono con te. Buon anno.
si vaccinano Biden..la Harris..Bojo..la Merkel..PUtin..e chi piu’ ne ha ne metta..e questi continuano con la storia della maledizione della luna nera ??? poi quando si tratta di medici sono ancor piu’ perplesso..non e’ che sperano la cosa continui ..magar per poi spacciare cure miracolose ??
Lorenzo: chi si vaccina??? Le cure, miracolose o meno, ci sono. Basterebbe non boicottare a livello politico.
significativo che il Pensiero Unico bolla di novax, antivax, negazionista chiunque dica una ovvieta’ cioe’ che il vaccino e’ stato testato in modo insufficiente. Qui siamo alla caccia alle streghe , al maccartismo e alla sacra inquisizione.
ancor più significativo che il Pensiero Unico sia perfettamente sovrapponibile a quello delle sinistre che tanto orgogliosamente hanno sguinzagliato le loro partigianerie per liberare l’Italia. Qui oggi la resistenza deve essere un ridicolo “andrà tutto bene” con un arcobaleno.