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Alla scoperta di Azul Teatro: movimento, poesia, musica e visione

- Cultura, Interviste, Tempo libero
15 Gennaio 2021

Guido Martinelli

Il beneamato Neri Tanfucio, al secolo Renato Fucini, proclamava secoli fa che “Pisa è proprio la ‘ova de’ guerrieri!”, ma ai nostri tempi potremmo sostituire il termine “guerrieri” con il meno cruento “artisti”. Sono infatti tanti e di alta qualità i nostri concittadini che si fanno valere in quegli ambiti artistici che il nostro desiderio di descrivere come stanno affrontando la chiusura degli spazi adibiti all’arte per questa improvvida pandemia sta partorendo una lunga lista. Stavolta, in questo folto e qualificato mucchio di teatranti pisani al momento fermi, ho pescato, non a caso, Serena Gatti, fondatrice nel 2005 di Azul Teatro di cui è anche regista, drammaturga e attrice. Nel sito dell’associazione (azulteatro.com) si può trovare il lungo e importante percorso formativo e lavorativo che ha seguito in questi decenni, ma preferisco che sia direttamente lei a illustrarmelo.

Serena, buonasera, si presenti brevemente…
Buonasera, la mia formazione è da un lato accademica, con il dottorato in Studi Teatrali all’Università di Bologna e la laurea in Lettere all’Università di Pisa, dall’altro lato pratica. Al liceo ho iniziato a frequentare i corsi del Teatro Verdi e del Sant’Andrea, durante e dopo l’Università ho continuato a formarmi con i maestri che accoglieva Pontedera Teatro e con tanti altri come Rena Mirecka, Gey Pin Ang, Danio Manfredini, Living Theatre, solo per citare alcuni. Ho seguito poi un lungo percorso di formazione in danza contemporanea e in vocalità al seguito in particolare di Francesca della Monica. Ho iniziato a lavorare scrivendo e portando in scena i miei primi spettacoli (In Bilico, Maldoriente) e parallelamente con compagnie come Pontedera Teatro, Katzenmacher, Tenuta dello Scompiglio, Fondazione Sipario Toscana, Teatrino dei Fondi, Company Blu. Grazie a queste esperienze ho girato il mondo.

Mi pare che ritenga irrinunciabile avere riferimenti e compagni di avventura di spessore.
Senza dubbio, è un’enorme ricchezza. Nel 2009 ho formato con i ragazzi diversamente abili del Poliedro di Pontedera la Compagnia BOOM! con cui abbiamo messo in scena diversi spettacoli. L’altro anno è uscito un video documentario sui nostri primi dieci anni di lavoro insieme per la regia di Carla Pampaluna. Il documentario è stato selezionato al Festival “Reflection of Disability” di Rodi ed è stato trasmesso in streaming poche settimane fa. Tengo workshop per teatri, conservatori musicali, compagnie, centri culturali in Italia e all’estero. Ho pubblicato saggi di Teatro (tra cui Il gesto vocale in Teatro e Storia, vol. 33, Bulzoni Editore) e versi di poesia (Felici Editori, La traiettoria Blu, L’Area di Broca).

Quali e quante altre persone operano in Azulteatro?
Raffaele Natale musicista e compositore si occupa della direzione musicale, Dania Puggioni cura l’aspetto grafico, Carla Pampaluna è la responsabile video. Oltre a loro ci sono molti altri collaboratori e performer che partecipano soprattutto nelle creazioni che facciamo per gli spazi extra-teatrali.

Qual è la caratteristica principale della vostra compagnia?
Lavoriamo integrando linguaggi diversi: movimento, poesia, musica, visione. Spesso portiamo il teatro fuori dal teatro e creiamo performance in spazi abbandonati, chiusi e dimenticati. Il territorio di Pisa ha visto diverse edizioni del progetto “Sentieri”, che mira a riscoprire patrimoni ambientali e architettonici. Delle sette edizioni create finora una è stata a San Rossore, alla ex villa presidenziale, una alla Certosa di Calci, un’altra a La Valletta, in occasione di Malta Capitale della Cultura Europea.

Di cosa si tratta?
È un percorso teatrale site-specific. Prevede la creazione di una performance itinerante, ideata appositamente per il luogo extra-teatrale per il quale nasce e che da quel particolare luogo trae ispirazione. Una creazione originale ed unica per quello spazio. Un evento irripetibile altrove, nato, provato, realizzato sul posto e non semplicemente riadattato. Lo spirito che muove questo tipo di progetti è dar luce attraverso l’arte a luoghi meravigliosi che abbiamo vicino, ma di cui quasi non ci accorgiamo. L’obiettivo è riaccendere grazie all’arte dal vivo, la curiosità verso il territorio.

Io, però, l’ho cercata per sottolineare una iniziativa che l’ha vista protagonista, ovvero uno spettacolo on line che qualche settimana fa è stato visto in molte scuole italiane, e la mia era tra queste.
Sì, “Fantastica”, omaggio a Gianni Rodari, è stato bello farlo in occasione dei cento anni dalla nascita. Uno spettacolo che ho curato con Fabrizio Cassanelli e Letizia Pardi, presentato in diretta streaming dal Teatro Nuovo di Pisa, in collaborazione con Era Rodari e Cred Valdera. Abbiamo fatto tre repliche, solo il matinée è stato visto da circa ottocento bambini/ ragazzi di scuole primaria e secondaria di tutta Italia e di San Marino. Le scene e i costumi sono di Rosanna Monti e le luci di Marcello D’Agostino. È stata fatta un’offerta dal promozionale costo di dieci euro a classe.

Avete dimostrato, un po’ come la vecchia massima su Maometto, che se non si può andare a teatro è il teatro che viene da noi.
Sì. Speriamo che riaprano presto i teatri perché il teatro è dal vivo. Ma in molti ci hanno ringraziato di aver trovato questa “soluzione” durante questo momento “particolare”. Replichiamo il 27 gennaio alle 10.30, potete seguirci da casa o da scuola, siete ancora in tempo a prenotare sul sito del teatro Nuovo.

È stata una bella proposta, e sia io che i miei alunni di prima media abbiamo molto apprezzato. Mi è parsa anche una buona indicazione da considerare anche per tempi migliori dato che permette di assistere anche a distanza a spettacoli interessanti.
In “Fantastica” interpreto una bizzarra figura, rivelo un mondo di creazioni, errori, invenzioni, perché sbagliando da una storia se ne può fare un’altra. È un viaggio all’interno del fantastico, del senso e del non senso, ispirato alla “Grammatica della Fantasia” di Rodari. Fantasticando ci riveliamo, ci nascondiamo, ci sorprendiamo, e soprattutto facciamo una cosa che di questi tempi è difficile: c’incontriamo.

Altri progetti in fieri o realizzati?

Durante il lockdown ho scritto un libro sui sette anni del progetto “Sentieri”, uscirà nei prossimi messi per le Francesco D’Amato Edizioni. A settembre, a due anni dall’incendio del Monte Pisano, è uscito “Burning Land”, una performance, che ora è diventata anche un libro, creata in seguito all’incendio. Il libro è da leggere e da ascoltare, contiene la traccia sonora da cui si possono ascoltare i versi (miei) e le musiche di Raffaele Natale. Le foto sono di Dania Puggioni. Anni fa abbiamo realizzato “Eros perversi” un cd di musica e poesia erotica composto da nove tracce a tema erotico: eccitazione, giochi d’amore al femminile, fantasie, meretrici, amore, baci, godimento. In ogni traccia sono presenti versi immortali di poesia erotica che spaziano dal VII secolo a.C. ai poeti nostri contemporanei. Un cd di un’ora e mezzo! Siamo folli. Burning Land e Eros perversi si possono avere contattando info@azulteatro.com. Il prossimo 25 e 26 gennaio andiamo in scena con Maldoriente in streaming dal Teatro Nuovo. È un monologo tratto dai romanzi dell’architetta palestinese Suad Amiry. Può piacere anche ai ragazzi. Siete invitati a partecipare tramite questo link.

Ho letto sul vostro sito di “Corrispondenze”. Di cosa si tratta?
Con Corrispondenze abbiamo preso alla “lettera” la distanza trasformandola in vicinanza. Sono lettere scritte a mano, che chiunque ci può commissionare, per sé o per una persona cara. La lettera è come un teatro in movimento, fatto di carta, con dentro parole, nasce da una visione, da un gesto, da un istinto, una sensazione. Le parole e la carta scelte ogni volta ad hoc, per quella persona, non ce ne è una uguale a un’altra. Corrispondenze ti fa stupire di trovare nella cassetta della posta una busta che non è di una grande distribuzione, ma che di grande ha solo la relazione umana che c’è dietro. Non presenta rischi se non quello innato che la poesia porta sempre con sé. Solo un’avvertenza: può indurre corrispondenze su più livelli.

Insomma, Serena, cosa aspettate da questo 2021 appena nato?
La nostra speranza, come quella dei nostri colleghi, è sicuramente quella di potersi rincontrare dal vivo, condividere arte e vita. E di potere continuare a sognare insieme: cosa c’è di più bello e profondo?

 

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