“Quando ci chiedono ‘quanti debiti avete?’ sa come rispondiamo? ‘Punti’ (nessuno, ndr), alla pisana. Siamo imprenditori fatti così, le fatture le paghiamo, a meno che non ci siano dei motivi seri per contestarle”. Mirko Paletti, vice presidente del Pisa, è entusiasta dell’esperienza in nerazzurro. E sul possibile passaggio delle quote di maggioranza del club nelle mani del magnate russo-britannico, Alexander Knaster, non si nasconde: “La trattativa c’è, è evidente”. Ovviamente non si sbilancia. Non può farlo, fino a che tutte le caselle saranno al posto giusto. Ma accetta di parlare con noi dell’avventura nel mondo del calcio che ha fatto negli ultimi anni.
“Quella del Pisa è davvero una bella storia da raccontare. Abbiamo creato un team che è riuscito a svolgere un lavoro straordinario, dal presidente che coordina il lavoro e si occupa in prima persona della squadra, al socio che si limita a controllare il lavoro svolto e a dare qualche suggerimento, al reparto tecnico sempre attento e motivato. Un team che è riuscito a fare qualcosa di fiabesco”.
In che senso?
Abbiamo portato per mano questa società come un bambino, facendolo crescere passo dopo passo. E i risultati si vedono: dai conti perfettamente in ordine, cosa molto difficile di questi tempi, specie nel mondo del calcio. Le soddisfazioni sul campo: dopo un necessario periodo di assestamento abbiamo conquistato una splendida promozione in Serie B e l’anno scorso abbiamo sfiorato i playoff. Un’altra cosa di cui sono orgoglioso è il nostro bellissimo gruppo, con ragazzi molto seri ed educati. Insomma, come le dicevo, è una fiaba che potrebbe chiudersi con un lieto evento…
Si riferisce all’acquisto da parte di Knaster?
Sì, il suo interessamento al Pisa è un segnale davvero importante. Con le sue possibilità economiche potrebbe far fare un salto in avanti notevole al Pisa
Ma voi resterete nella società?
C’è una possibilità che possiamo restare nel Pisa. Sicuramente non saremo noi a tirarci indietro. Vedremo. Ovviamente il discorso è diverso per Corrado, la sua permanenza è stata espressamente richiesta per dare continuità al progetto. Ma non mi faccia dire di più…
In questi anni come vi siete trovati, voi soci, a lavorare insieme per il Pisa? Un club che arrivava, ricordiamolo, da tante sofferenze…
Corrado ha fatto un lavoro enorme. È stato non solo presidente, ma anche luce, guida e instancabile organizzatore. Dobbiamo moltissimo a lui. Ricci, socio di maggioranza, pur partecipando con grande attenzioni alle sorti del Pisa non è mai entrato nel merito sportivo. Anche nelle difficoltà che abbiamo dovuto affrontare c’è sempre stato un confronto sereno e costruttivo tra di noi. Io, personalmente, mi sono occupato soprattutto delle questioni relative allo stadio.
A proposito del progetto stadio, stato determinante per l’avvio della trattativa della cessione del club?
No. Knaster si è interessato alla squadra. Poi, certo, il fatto che oltre al club ci fosse anche il progetto per la creazione di un nuovo stadio, è stato importante. Ma non direi che è stato decisivo.
Cos’è che spinge un imprenditore a investire nel calcio a Pisa?
Sono diversi fattori. Non dimentichiamo l’importanza strategica di Pisa, la sua posizione, l’aeroporto internazionale, le enormi potenzialità di un territorio come quello toscano che attrae, ogni anno, milioni di turisti. La cultura, la storia… Pisa ha un passato da grande potenza, era una delle quattro Repubbliche marinare. Lo stadio, una volta rimesso a nuovo, potrà ospitare diversi eventi importanti, portando lavoro e ricadute positive per tutta la città.
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