– Andrea Cosimi –
Alle pendici dei Monti Pisani, nella non a caso chiamata “Val Graziosa”, si erge maestosa e gradevolmente barocca la Certosa di Calci, in Italia seconda per grandezza solo a quella di Pavia. La costruzione iniziò nel 1366, si dice che la prima pietra fu posta nel punto indicato dal mercante pisano Pietro Mirante (che a questa opera destinò parte del suo patrimonio). La famiglia Benincasa ne contribuì successivamente all’abbellimento, mentre quella Borghini la arricchì con diversi dipinti della propria collezione. Ciò che ammiriamo oggi è però frutto del rifacimento che avvenne alla fine del Settecento. La Certosa di Calci fa parte dell’Ordine Certosino, famoso per essere uno dei più rigorosi della Chiesa Cattolica, fondato già nel 1084 da Bruno da Colonia: il monastero della Grande Chartreuse, in Francia nell’Isère, fu infatti il primo ad essere eretto.
La storia della Certosa di Calci è ricca di diversi episodi importanti, il più datato dei quali è del 1374, quando il Pontefice Gregorio undicesimo vi mandò i monaci dell’isola di Gorgona. Cinquecento anni dopo la Certosa fu dichiarata monumento nazionale. Il Convento, come si può anche leggere nel sito ufficiale, “fu soppresso in epoca napoleonica prima, e sabauda poi, ma fu nuovamente abitato dai monaci fino al 1969 quando lo abbandonarono definitivamente”.
“Beata solitudo, sola beatitudo”…: la solitudine era ritenuta l’unico modo per giungere alla vera contemplazione, si parlava solo per pregare, nel silenzio della propria “cella” (quindici in tutto, disposte lungo i “bracci” del chiostro), e ci si ritrovava con gli altri certosini solo in rari momenti quotidiani.
Si narra che a Pietro Leopoldo Granduca di Toscana giunse voce che i frati continuassero a riposare, invece di alzarsi e cantare, al suono della campanella mattutina. Chiese allora ospitalità per verificare di persona se ciò fosse vero, ma fu smentito all’alba, visto che tutti erano già in preghiera.
Nella Sagrestia è esposta la Bibbia di Calci, uno straordinario codice miniato (scritto a mano e decorato) che risale al dodicesimo secolo. Al piano terra degni di menzione l’Archivio storico e la Biblioteca monastica. In questi locali viene custodito un fondo diplomatico di 3307 pergamene, una delle fonti fondamentali per comprendere la Storia del nostro territorio.
Presso la Certosa dal 1981 si trova anche il Museo di storia naturale dell’Università di Pisa.