In quel paesino di montagna, Cireglio (Pistoia), si era trasferito con la famiglia quando aveva solo dieci anni. Suo padre Joe (detto Jellybean) giocava a basket ed era un punto di riferimento per la Maltinti Pistoia (A2). Il piccolo Kobe Bryant sognava di seguire le orme del padre. E c’è riuscito, lasciando un’impronta eterna nel basket. È diventato una leggenda sul parquet e se n’è andato troppo presto, per un maledetto incidente sull’elicottero su cui viaggiava, con una delle sue figlie, Gianna.
Un anno dopo la morte di Bryant i suoi vecchi amici di Cireglio si sono riuniti per ricordarlo. Non hanno scelto un luogo a caso, ma sono andati proprio su quel campetto all’aperto dove Kobe andava a giocare, quasi tutti i giorni, più di 30 anni fa. Una piccola ma sentita commemorazione per un’amicizia che non è mai finita. E che lo stesso Kobe, ormai famosa star plurimilionaria, portava sempre nel cuore, al punto da andare a bussare, un giorno, alla porta di un’amica per salutarlo, durante una vacanza estiva in Toscana. Accadde nel 2013, come racconta Alessia Pierattini. “Quando penso a Kobe lo vedo su questo campo ad allenarsi”, racconta commossa.
E pensare che in quegli anni lontani, quando Kobe aveva 10 anni appena, qualcuno scherzando gli aveva consigliato di cambiare sport, di dedicarsi al calcio, perché avrebbe guadagnato di più. Kobe Bryant, nonostante quel suggerimento, fece di testa sua e inseguì la sua passione, arrivando sul tetto del mondo: 5 anelli Nba, due medaglie d’oro alle Olimpiadi, un record impressionante di partite vinte e punti realizzati. Avrebbe fatto bene anche nel calcio? Chi può dirlo. Di certo non avrebbe guadagnato più soldi.
Il sogno dei vecchi amici di Kobe è sistemare quel campetto, rimetterlo a nuovo e intitolarlo a lui. Oltre a quello anche il campo da calcio e i due da tennis lì vicini. Il 23 agosto, giorno del compleanno di Bryant, potrebbe essere davvero una bella festa a Cireglio.
– Foto in alto dal gruppo Facebook “Cireglio Campetto Kobe”