Stavamo solo aspettando l’ufficialità, che è arrivata nel tardo pomeriggio di venerdì: la Toscana torna arancione. Il ministro della Salute Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della “cabina di regia”, ha firmato le nuove ordinanze sui “colori” delle regioni, nell’ambito delle misure di contenimento del Covid-19, che entrano in vigore a partire da domenica 14 febbraio. “Passano in area arancione – comunica il ministero – le regioni Abruzzo, Liguria, Toscana e la provincia autonoma di Trento. La Sicilia passa in zona gialla a scadenza della vigente ordinanza”.
A preoccupare ora sono le “varianti” del virus che già circolano in Italia, come spiega Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute. “La comparsa delle varianti inglese, brasiliana e sudafricana ci dicono di velocizzare la campagna vaccinale e arginare la circolazione di questi virus. In Italia sono 495 i casi di varianti Uk emersi, con una variazione di prevalenza elevata da regione a regione. L’epidemia di variante inglese non è matura, il virus è entrato da poco. Per fortuna la variante Uk non diminuisce l’efficacia dei vaccini disponibili, quindi la corsa alla vaccinazione è importante, purtroppo questa variante si trasmette più velocemente. La variante brasiliana è circoscritta in Umbria e Toscana, e quella sudafricana nel Tirolo”.
A solo un passo dalla meta, tanto attesa, sfuma la riapertura degli impianti sciistici in Toscana, “C’è grande amarezza, è il quarto rinvio, si arriva sempre vicini al risultato ma poi non ci si riesce mai”, commenta Andrea Formento, presidente Federfuni e amministratore della società Slittovia che opera all’Abetone, nel pistoiese. Le linee guida delineate del Comitato tecnico scientifico, infatti, prevedono la riapertura degli impianti sciistici solo alle Regioni in zona gialla.
“Il ritorno della Toscana in zona arancione rischia di trasformarsi in un dramma economico e sociale per le imprese toscane, costrette a vivere nell’incertezza, senza la possibilità di programmare il futuro”. È questo il parere di Cna Toscana, che attraverso il presidente Luca Tonini, analizza l’inasprimento delle misure anti-contagio, che a partire da domenica 14 febbraio colpiranno la regione. “Purtroppo, i timori di inizio settimana si sono concretizzati – spiega Tonini -. L’inasprimento delle misure significa non solo staccare la spina alle attività produttive, ma anche gettarle nello sconforto e nella totale incertezza. Questo valzer estenuante di colori non permette di programmare l’attività e rappresenta un ulteriore grave danno economico per tutti i settori. La decisione arriva poi dopo un periodo durante il quale si iniziava ad intravedere qualche timido segnale di ripresa”. “Adesso, invece, si torna nell’incertezza di non sapere cosa si potrà fare domani – prosegue Tonini – alla quale si aggiunge l’incapacità di capire cosa potranno fare alcune categorie economiche che si apprestavano a ripartire, come gli operatori del settore sciistico e delle palestre. Ormai non è più neanche una questione di ristori, ma è necessario che ci siano regole chiare e precise perché questa situazione non è più tollerabile”.