Il sacco della cosa pubblica

Affrontiamo lo spinoso tema della corruzione diffusa in ampi settori della pubblica amministrazione. Sebbene siano i casi più eclatanti, come l’arresto del sindaco di San Vincenzo (Livorno) per irregolarità negli appalti pubblici, a fare più rumore, sono le tante altre storie di piccole truffe a danneggiare i rapporti tra il pubblico e il privato. Per come la vediamo noi più che prendersela con le solite pecore nere, sarebbe il caso che molti impiegati pubblici si ricordassero che il loro vero padrone è l’utente. Con milioni di persone ad un passo dal licenziamento, continuare a sentirsi superiori, intoccabili potrebbe portare a conseguenze molto serie per tutti (ascolta la storia). Tu come la vedi? Faccelo sapere.

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Più che prendersela con le mele marce che occupano posizioni ad ogni livello delle amministrazioni pubbliche, sarebbe invece il caso di ripensare lo stesso rapporto del cittadino col pubblico. Basta avere la sfortuna di aver a che fare con la pubblica amministrazione per rendersi conto di come molti dipendenti si sentano autorizzati a fregarsene di tutto e tutti, tronfi nella loro consapevolezza di essere praticamente intoccabili. Certo, ci sono migliaia di dipendenti diligenti, che fanno di tutto per mandare avanti la baracca, talvolta andando ben oltre alle proprie responsabilità, ma sono mosche bianche, viste con malcelato fastidio dai colleghi. L’utente è visto come un fastidio, non come la ragione ultima della loro presenza. Sarebbe il caso di ricordare a lorsignori che, come il cliente per l’imprenditore o il lettore per il giornalista, il vero padrone del dipendente pubblico è l’utente, il semplice cittadino.

Foto: ilGiornale.it