Dante si occupò di questa gentildonna senese, vissuta a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, collocandola tra i morti che hanno subito violenza omicida ma, prima di esalare l’ultimo respiro, si sono pentiti delle proprie colpe. Caliamoci per qualche momento nella magia della Divina Commedia, tra le pagine del Purgatorio. Dopo aver atteso che Jacopo del Cassero e Bonconte di Montefeltro abbiano finito di parlare con il Sommo Poeta, raccontandogli la loro tragica fine, la donna si presenta e gli dice di voler essere ricordata, tra chi è ancora in vita, affinché la sua permanenza nel Purgatorio possa essere più breve. Le sue parole sono miti, Pia si limita a chiedere a Dante di poter essere testimone di una storia che, altrimenti, rischia di non essere mai raccontata. Sulla reale identità di questa donna c’è un alone di mistero. Se torniamo alle parole di Dante scopriamo che appartiene a una famiglia senese importante e che ha fatto una brutta fine, uccisa dal marito.
Diversi studiosi ritengono che la donna fosse un’esponente della famiglia dei Tolomei di Siena, sposatasi con Nello dei Pannocchieschi, signore del Castel di Pietra in Maremma, nonché podestà di Volterra e Lucca, capitano della Taglia guelfa nel 1284. Esiste un documento storico sul suo secondo matrimonio (da vedovo) con Margherita Aldobrandeschi, contessa di Sovana e Pitigliano. Mai si è saputa l’identità della prima moglie di Nello): qualcuno ipotizzò che fosse proprio Pia de’ Tolomei.
Pannocchieschi avrebbe fatto assassinare la donna nel 1297, facendola gettare da una finestra del suo castello in Maremma. Ma per quale ragione? Aveva scoperto la sua relazione con un altro uomo oppure semplicemente perché voleva liberarsi dell’ostacolo al suo desiderato nuovo matrimonio. Oppure perché si era macchiata, agli occhi del marito, di qualche altro tipo di errore. C’è anche un’altra ipotesi, più recente, quella di chi sostiene che Pia appartenesse alla famiglia dei Malavolti, sposatasi con un signore di Prata (Massa Marittima), Tollo, vassallo degli Aldobrandeschi. Costui venne ucciso davanti ad una chiesa dai suoi tre nipoti poiché aveva stipulato un’alleanza con Siena. Sulla sorte di Pia, uccisa come il marito, fu architettato un “mistero” solo per sviare le indagini e non far risalire ai veri colpevoli.
Deh, quando tu sarai tornato al mondo,
e riposato de la lunga via”,
seguitò ‘l terzo spirito al secondo,Ricorditi di me, che son la Pia;
Siena mi fé, disfecemi Maremma:
salsi colui che ‘nnanellata priadisposando m’avea con la sua gemma”.
“Ebbene, quando sarai tornato sulla terra, e ti sarai riposato del lungo viaggio, ricordati di me, che sono la Pia; sono nata Siena, morii in Maremma: lo sa bene colui che sposandomi mi aveva cinto il dito con il suo anello”. (La Divina Commedia – Purgatorio V, 130-136).
Foto: Malinconia o Pia de’ Tolomei, Eliseo Sala 1846 (Wikipedia)