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Montalcino diventa città (lo era già dal 1462)

- Cronaca
19 Marzo 2021

Conosciuta in tutto il mondo per il Brunello, Montalcino sta per “diventare grande”. Il comune in provincia di Siena, infatti, ha ufficializzato lo stemma araldico, il gonfalone e il sigillo per fregiarsi del titolo di Città di Montalcino. Con una delibera di giunta l’amministrazione comunale ha avviato l’iter per richiedere la concessione del titolo con un’istanza al Ministero dell’interno, tramite la Prefettura. La richiesta sarà accompagnata da una relazione storico corografica del toponimo.

In un secondo momento, una volta accolta l’istanza, il ministero predisporrà il riconoscimento ufficiale che si concluderà con un decreto del Presidente della Repubblica. “Con questa procedura – spiega l’assessore alla cultura Christian Bovini – ufficializzeremo per Montalcino anche il titolo di città, già di fatto acquisito grazie alla bolla papale di Papa Pio II Enea Silvio Piccolomini il 5 Febbraio 1462 ma mai formalmente definito dalla Presidenza della Repubblica”.

Il titolo di Città, secondo quanto previsto dall’art. 18 del Testo Unico degli Enti Locali, può essere concesso con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del ministero dell’interno ai comuni insigni per ricordi, monumenti storici e per l’attuale importanza. Lo stemma è l’espressione grafica ed identitaria di un territorio e della sua comunità, in cui ritroviamo caratteristiche tipiche, racconti, glorie e tradizioni locali, tutti elementi nei quali ancora oggi i cittadini possono identificarsi. Il gonfalone è un drappo di forma rettangolare al cui interno è posto lo stemma comunale. Il gonfalone è custodito nella Sala del Consiglio comunale. Rappresenta il Comune nelle manifestazioni esterne civili e religiose. La sua funzione è di portare all’esterno della sede istituzionale lo stemma dell’ente. La bandiera è un drappo, deve essere esposta, insieme a quella nazionale ed europea, all’interno ed esterno degli uffici o immobili pubblici comunali.

Il comune di Montalcino (5900 abitanti) è il più grande della provincia di Siena, come estensione territoriale. Il borgo è posto a 564 metri sul livello del mare, si trova a nord-ovest del Monte Amiata e alla fine della val d’Orcia, sul confine amministrativo con la provincia di Grosseto. Già abitata in epoca etrusca, la collina su sui sorge Montalcino viene citata in un documento risalente all’anno 814, quando l’imperatore Ludovico il Pio concesse il territorio sub monte Lucini all’abate della vicina abbazia di Sant’Antimo. Il nome potrebbe derivare dal Mons Lucinus (citato nel documento dell’814), in onore dalla dea Lucina, oppure da lucus, “bosco sacro”. C’è chi ritiene, invece, che il nome derivi da Mons Ilcinus, dal latino mons (monte) e ilex (leccio), cioè “monte dei lecci”, alberi molto diffusi nella zona, non a caso rappresentati anche nello stemma cittadino.

Nel tardo Medioevo Montalcino era un comune indipendente importante grazie alla sua posizione sulla vecchia Via Francigena, il più importante collegamento tra la Francia e Roma. Piano piano, però, finì sotto l’orbita di Siena, divenendone “satellite”. Proprio in virtù del suo legame con la città della Torre del Mangia rimase coinvolta nella celebre battaglia di Montaperti (1260) e in altri successivi conflitti tra Siena e Firenze. Con la caduta di Siena diversi nobili della città si rifugiarono a Montalcino, dive rimasero per quattro anni, dando vita alla Repubblica di Siena rifugiata a Montalcino. Ma il dominio di Firenze poco dopo si allargò ed anche Montalcino venne assorbito dal Granducato di Toscana, di cui fece parte fino all’annessione da parte del Regno d’Italia, avvenuta nel 1861.

Battaglia di Montaperti (Pacino da Bonaguida) – Wikipedia

Foto in alto: Wikipedia

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