Morì mentre stava insegnando ai suoi ragazzi: il 13 aprile 1921 il maestro Carlo Cammeo fu ucciso nel giardino di una scuola di via Contessa Matilde, a Pisa. Una brutale azione di violenza fascista avvenuta ben prima che il partito di Mussolini arrivasse al potere. Alla cerimonia di commemorazione, che si è svolta al cimitero ebraico di Pisa, ha preso parte l’assessore all’istruzione e alla cultura della memoria della Regione Toscana, Alessandra Nardini, il sindaco di Pisa Michele Conti e altre autorità, tra cui l’ex parlamentare e ministro socialista Valdo Spini, presidente della Fondazione Circolo Rosselli. Dopo la deposizione di una corona davanti alla tomba di Cammeo, la commemorazione è proseguita nella sede della Società Filarmonica pisana.
Pur avendo solo 24 anni Cammeo era già un punto di riferimento importante del Partito Socialista pisano e della Camera del lavoro. “Era un insegnante – ha ricordato Alessandra Nardini – aveva una missione importantissima quindi: formare cittadine e cittadini consapevoli, liberi e critici, permettendo a ciascuno di sviluppare al meglio le proprie potenzialità. Credeva che l’istruzione fosse una via fondamentale per l’emancipazione. Fu ucciso perché si schierò contro il fascismo, era espressione del binomio indissolubile cultura-libertà. Fu tra le principali premure del fascismo annientare quelle idee, così come le persone che le incarnavano. Ma quell’idea di istruzione e di società trovarono poi uno spazio altissimo di piena cittadinanza e lo trovarono nella nostra Costituzione repubblicana e democratica, nata dalla Resistenza e della lotta di Liberazione. Ed è realizzando pienamente quanto scritto nella Costituzione, a partire dalla scuola, che possiamo onorare e celebrare al meglio il valore e la memoria di Carlo Cammeo, insegnante e antifascista, e di molte e molti che, dotati come lui di grande ingegno e spirito civile, furono trucidati dalla barbarie fascista”.
“Esattamente il 13 aprile 1921 – ha detto il sindaco Michele Conti – in questo luogo che all’epoca ospitava una scuola, venne ucciso a freddo da giovani fascisti Carlo Cammeo, maestro di appena 24 anni, impegnato nel partito socialista, di cui era segretario, ‘colpevole’, secondo i suoi sicari, di propagandare con gli scritti le sue idee. Oggi, nel ricordare il centenario di quella barbara e plateale uccisione, credo sia giunto il tempo di affrontare attraverso una riflessione pacata e approfondita quello scorcio della nostra storia recente senza più le passioni dello scontro politico ma con l’intento di restituire il ricordo di quelle vicende al patrimonio e alla memoria condivisa che deve, una volta di più, rafforzare i valori di libertà e democrazia su cui è fondata la nostra Carta Costituzionale”.
Il ricordo dei socialisti pisani
In una nota il Psi di Pisa ricorda che “cento anni fa la canaglia fascista assassinava nel cortile della scuola in prossimità dei suoi studenti l’insegnante elementare socialista Carlo Salomone Cammeo, segretario del Psi e della camera del lavoro, mandante il segretario del partito nazionale fascista locale Bruno Santini coadiuvato attivamente dal boia di Pisa Guido Buffarini Guidi affiancato dai suoi sodali, i maggiorenti della città fra cui è da approfondire la figura del cardinale Pietro Maffi e i suoi rapporti ambigui complessi e tormentati con il fascismo locale e nazionale. Il Psi di Pisa organizza una serie di iniziative per approfondire quell’anno tragico pieno di violenze e soprusi che favoriranno la marcia su Roma, la fine della democrazia statutaria, le leggi razziali e dopo una sequenza di aggressioni internazionali culminata con la tragedia della seconda guerra mondiale, la catastrofe della sconfitta con la scia di tragedie distruzione e morte.
I Socialisti non scordano le lotte ora più che mai attuali del Psi e della sinistra per la felicità di tutti i cittadini: pluralismo democratico, libertà, pace, salute e lavoro. Il Psi plaude alle istituzioni locali, Comune e Provincia, per il contributo al ricordo e alla memoria poiché quell’omicidio avviò gli “scioglimenti coatti” dei consessi democraticamente eletti causati dalle violenze delle camicie nere sostenute da frange di militari e dai regi prefetti con l’appoggio concreto della monarchia sabauda che in San Rossore aveva la sua residenza estiva prediletta, dove da lì qualche anno dopo il re codardo avallò controfirmando l’abominio delle leggi razziali imposte al regime da Mussolini. Il 15 Aprile del 1921 l’appuntamento del funerale a Cammeo diventa una grande manifestazione antifascista unitaria e sarà la prima nella città capoluogo”.