L’inchiesta sui fanghi delle concerie in Toscana continua a far discutere. L’Arpat ha iniziato i carotaggi su un tratto di una nuova strada (la Sr429 della Val d’Elsa tra Empoli e Castelfiorentino) dove, secondo le indagini della Dda di Firenze, sarebbero state smaltite circa 8.000 tonnellate di Keu, il materiale inquinante derivato dai rifiuti conciari. Accanto ai tecnici dell’Arpat ci sono i carabinieri Forestali e del Noe che conducono le indagini. Altre analisi vengono condotte dall’Arpat su richiesta della Regione Toscana nei pozzi d’acqua privati a uso domestico. Intanto il dibattito si infiamma a livello politico. Giani aveva promesso di cancellare il famoso emendamento alla legge regionale sui rifiuti che favoriva i conciatori, esentando i depuratori della zona del cuoio dall’obbligo di avere l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Ma c’è già un rinvio. La commissione Ambiente fa sapere che sono stati chiesti alcuni approfondimenti in materia e che serve tempo. Lucia De Roberti (Pd), presidente della commissione, ha espressamente chiesto che alla prossima riunione siano presenti Giani e l’assessore (all’Ambiente) Monni. L’opposizione ha protestato: “Il rinvio – spiegano Lega e FdI – è dipeso da una palese inadeguatezza e impreparazione, oltre che per l’immotivata assenza, di esponenti della giunta che hanno mandato letteralmente allo sbaraglio un funzionario”.
Il quotidiano Domani pubblica gli stralci di alcune telefonate tra Giulia Deidda (Pd), sindaco di Santa Croce sull’Arno, e il presidente del Consorzio Aquarno, Lorenzo Mancini, che dimostrerebbero come i politici erano a conoscenza dei pericolosi veleni fin dal luglio 2018. “Un po’ di tempo fa – dice Mancini – c’era stato un simpaticissimo sopralluogo dell’Arpat, del Noe … hanno scritto alla regione, chiedendo di verificare la possibilità che noi si possa continuare a smaltire il Keu con Lerose (imprenditore calabrese arrestato, ndr), cosa che a questo punto noi dubitiamo fortemente”. Il sindaco Deidda chiede a Mancini: “Scusa Lorenzo, smaltire il Keu con?”. Mancini replica: “Con Lerose, quelli con cui si lavora, che si butta nei sottofondi stradali o nei cementifici”. I fanghi, infatti, finiscono sotto l’asfalto in un tratto di strada, in un’area dell’aeroporto militare di Pisa e sotto un centro commerciale. Mancini spiega al sindaco che è “una rottura di palle, veramente questa è una rottura di palle, francamente una grandissima rottura di coglioni … è vent’anni che lo fanno e nessuno ha mai detto nulla … Giulia in questo momento alternative non ce ne sono, sai quanto tempo è che si pensa a delle alternative? Cioè quella cosa dell’economia circolare che dice Rossi (l’ex presidente della Regione, ndr) cioè noi si prova ad andà negli asfalti si può prova anda però, se caca il cazzo tutte le volte … e vaffanculo”.
Deidda chiede ulteriori spiegazioni e il presidente del Consorzio le spiega che “se lo butti nel cemento, di fatto lo leghi, cioè quindi nel cemento se ci piove sopra, non rilascia niente, Lerose però lo usa anche come sottofondo stradale cioè nei riempimenti prima di fare … l’asfalto e lì loro te lo contestano, cioè quell’utilizzo te lo contestano, quindi dicono alla regione … perché secondo loro non ha le caratteristiche per poter andare lì, cioè questo loro lo interpretano così”. Il problema grosso del Keu è che, se si scioglie nell’acqua, libera il pericoloso cromo esavalente. Quindi se il Keu viene in qualche modo in contatto con gli agenti atmosferici ci possono essere gravissimi problemi per l’ambiente e la salute dell’uomo.
Nella conversazioni con il presidente del Consorzio il sindaco si lamenta un po’ dei controlli, quasi fossero solo una seccatura: “Uno si sveglia una mattina e dice andiamo un po’ a vedè lì che fanno? Boh?”. Mancini a quel punto ribatte puntando il dito contro il presidente della Regione: “Rossi è cotto, Rossi non conta più una sega, qui fanno tutti come gli pare … però mi sembra che a questo punto non gliene frega un cazzo a nessuno cioè un sai neanche chi può essere il tuo referente Chi è, Mazzeo? Chi è, Pieroni? Chi è? Chi è?”.
IL rispetto delle regole e la difesa dell’ambiente non è un tema contemplato, a quanto sembra. Si pensa solo ai problemi delle concerie. Mancini è lapidario: “Se metti in discussione questo settore qui… chiudiamo l’Italia”. In passato, a ben vedere, sono state già concesse delle deroghe alle aziende per alcuni scarichi, a patto che si mettessero in regola entro certi tempi. Ma dopo 17 anni non è cambiato ancora nulla. In altre circostanze inoltre sarebbe emerso il disegno di muoversi, politicamente, per rimuovere un personaggio scomodo, Alessandro Sanna, dirigente regionale che con i suoi richiami al rispetto delle regole avrebbe “ostacolato” l’attività industriale.