È morto un altro pezzo della grande Inter degli anni Sessanta: Tarcisio Burgnich, la Roccia”, si è spento in una casa di cura di Forte dei Marmi (Lucca) all’età di 82 anni. Cinquant’anni fa, il 26 maggio 1971, se ne andò Armando Picchi, il livornese capitano della grande Inter. Non aveva ancora compiuto 36 anni. Uno dei più forti difensori degli anni Sessanta nonché l’inventore, grazie all’intuizione del “Mago” Herrera, del ruolo di libero.
“Di Picchi, come uomo, sono note la lealtà e la generosità. Come sportivo ha portato il nome della Toscana in alto nel mondo”. Ha usato queste parole per ricordare Picchi il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani. Venerdì 28 maggio alle ore 15 Picchi sarà ricordato a Palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze, in un incontro a cui prenderanno parte i suoi figli, Leo e Gianmarco. A Livorno, invece, sarà ricordato con alcune manifestazioni tra cui una partitella pomeridiana a cui parteciperanno, tra gli altri, gli ex bomber del Livorno Protti e Lucarelli.
Le celebrazioni, organizzate dal comune di Livorno, iniziano giovedì con uno spettacolo alla Fortezza Nuova alle 21. Venerdì invece, dopo la partita, alle 18 nel salone dei Bagni Fiume di Livorno talk show con Massimiliano Allegri, Massimo Moratti, Enrico Bertolini, Protti, Pavoletti e Lucarelli.
La grande generosità di Picchi
Era solito aiutare chi aveva bisogno ma non andava in giro a raccontarlo. Lo scoprirono i suoi parenti dopo la sua morte. Si resero conto di tutto il bene che aveva fatto leggendo alcune lettere di ringraziamento che aveva ricevuto dopo i suoi gesti: dall’aiuto per trovare un lavoro, ai soldi per permettere le costose cure all’estero a qualche malato, al sostegno ai detenuti. Tanti piccoli gesti di bontà fatti in silenzio.