SPIGOLATURE / Idee, recensioni, opinioni, fatti, chiacchiere di Guido Martinelli
Tra i tanti, saggi e classici, detti che popolano la lingua italiana è universalmente conosciuto il famoso “chi non risica non rosica”. Parole che c’insegnano, sin dalla più tenera età, a osare e superare i propri limiti per raggiungere risultati sempre più ambiziosi. Ma il verbo rosicare indica pure chi si macera nell’invidia, nella gelosia, e in questi ultimi mesi noi italiani facciamo brillare questa accezione in giro per il mondo coi nostri successi canoro-sportivi.
Come si ricorda all’Eurofestival, dopo il successo dei Maneskin, i francesi, arrivati secondi, volevano far annullare il trionfo sostenendo che il nostro cantante avesse sniffato in diretta televisiva.
Alla gloriosa finale degli europei di calcio gli inglesi battuti hanno tirato fuori una presunta espulsione non comminata a Chiellini per chiedere persino la ripetizione (sigh!) del match in cui, oltre la bravura dei nostri pedatori, c’erano stati dei loro marchiani errori.
Alle Olimpiadi giapponesi gli statunitensi, e ancora gli albionici, stanno cercando di macchiare l’incredibile e stupenda vittoria nei cento metri del nostro Jacobs insinuando, senza alcuna prova, che si tratti di una vittoria truccata. Loro che nella stessa gara hanno avuto, per diversi anni, atleti vincenti nella stessa gara trovati positivi a qualsiasi sostanza dopante; senza dimenticare il tristemente famoso ciclista a stelle e strisce Lance Armostrong che ha menato per il naso il mondo per anni con le sue vittorie truffaldine.
Insomma, gente, non c’è nessuna italica creatura che non abbia compreso come i nostri trionfi facciano mordere agli sconfitti le unghie con forza e veemenza. E mentre loro, rosicons che non sono altro, continueranno a rosicare, noi proseguiremo a risicare e vincere alla grande. Forza Azzurri!
Foto: Getty (ilGiornale.it)