Le bugie hanno le gambe corte, recita un vecchio adagio. Eppure, nonostante la verità venga sempre a galla (più o meno), c’è chi ha saputo fare delle bugie un’arte vera e propria, organizzando addirittura un campionato. È ciò che accade da 45 anni sui monti intorno a Pistoia, in Toscana, per l’esattezza nel piccolo paese di Le Piastre, che ospita il Campionato della Bugia. Abbiamo parlato dell’edizione di quest’anno con una giornalista e amica che ha fatto parte della giuria, Paola Pellai.
Com’è arrivata a fare la giurata a questo campionato?
Avevo fatto un servizio di due pagine su un giornale e il presidente dell’Accademia mi ha chiesto se avessi voluto partecipare.
Ma come ha scoperto questo singolare campionato?
Navigando su Internet. Cercavo storie curiose da raccontare… andando sul posto ho potuto toccare con mano che, alla base di tutto, c’è un amore profondo per il proprio territorio. È una grande festa di paese, per nulla moscia (come tante altre). Non si vende niente ma si partecipa. E ci si diverte.
Che tipo di esperienza è stata?
Al di là del campionato in sé, che ormai cammina con le proprie gambe tanto è consolidato e ben organizzato, mi ha colpito positivamente non tanto salire sul palco ma tutto ciò che ruota intorno. Nel loro piccolo a Le Piastre hanno avuto il coraggio di prendere in mano qualcosa di morto trasformandolo in vitalità ed entusiasmo. In un periodo per giunta così difficile, con una pandemia mondiale e quasi tutti gli eventi pubblici fermi, loro sono riusciti a portare avanti un progetto per tutta la comunità, che viaggia in parallelo con altre iniziative. Una vera e propria scommessa che punta tutto sulla cultura e il sano divertimento.
Quanti giurati eravate?
Dieci, compreso il presidente della giuria di quest’anno, Cristiano Militello, il sindaco di Pistoia e alcuni giornalisti.
Com’è stata la competizione?
Era suddivisa, come sempre, in diverse categorie. Il campionato quest’anno ha visto innalzarsi il livello, soprattutto per quanto riguarda la bravura nel raccontare le storie, vera e propria arte. Il tema, in questa edizione, era legato al viaggio, con concessioni ai viaggiatori Dante e San Giacomo nel settecentesimo della morte del Sommo poeta e nell’anno dedicato al santo del cammino. C’era anche una categoria aperta ai bambini, per cercare di passare il testimone di questa bella tradizione. Il premio è aperto a tutti, tranne ai professionisti…
Ossia?
I politici non sono ammessi (risata comune).
Chi ha vinto?
Un romano, Marco Di Stefano, con una storia in cui ha spiegato che è stato Batman a diffondere nel mondo il Covid. Grande apprensione, inoltre, per la variante Spiderman, l’uomo ragno. Nella categoria junior il primo è andato a Pietro Becagli: ha raccontato che il padre l’ha portato a fare il bagno nel mare della Tranquillità, sulla Luna. È stata una bella esperienza, a parte il fatto che si sono dimenticati l’ombrellone a casa.
Cosa l’ha colpita di più di questa esperienza?
Che in quel minuscolo paese siano riusciti non solo a mettere in piedi una bella iniziativa che va avanti, ormai, da decenni, ma anche a portare avanti altre iniziative importanti. Ad esempio questa: facendo un mutuo hanno acquistato il vecchio cinema, attivo fino al 1986, per farne un centro polifunzionale, che ospiterà varie iniziative. Fino agli anni Cinquanta Le Piastre era un centro turistico con ben 11 alberghi, poi con gli anni tutto è andato perduto. Riportarvi la vita, attraverso iniziative di carattere culturale e sociale, è fondamentale.
Ha notato un certo spirito toscano oppure un evento simile si sarebbe potuto svolgere ovunque?
Un premio così poteva nascere solo a 30 km dal paese di Pinocchio, in Toscana. C’è un clima di goliardia pura, che si respira a pieni polmoni. Pensi che girando per il paese si notano cartelli come “Paese gemellato con il Paradiso”, oppure “Attenzione, caduta Mary Poppins”.
A chi si deve il successo di questa bella iniziativa?
Ai membri dell’Accademia della Bugia, della Misericordia e della Pro Loco, che si sono dati un gran da fare. Un plauso va anche al magnifico rettore dell’Accademia, Emanuele Begliomini, che porta avanti con grande capacità e limpidezza una realtà davvero bella ed entusiasmante.
Rifarebbe questa esperienza?
Non aspetto altro.
Un’ultima cosa: mi può dire la bugia più grande che abbia sentito dire?
Che con il giornalismo si diventa ricchi.
La storia premiata con il BUGIARDINO D’ORO