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Il cielo sopra. Storie al tempo del coronavirus

- Cultura
20 Agosto 2021

Guido Martinelli

Nessuno avrebbe mai pensato di ritrovare sulla propria strada la parola “pandemia”, un termine considerato, soprattutto nel mondo occidentale, da sempre un retaggio di secoli bui, ormai lontani. Da due anni, invece, continuiamo a pronunciare questa orrida parola e a toccare con mano come i suoi nefasti effetti hanno stravolto le nostre vite. Un vero e proprio incubo ancora presente tra noi nonostante i nostri sforzi per debellarne la virulenza nociva. Particolarmente straziante è stato il periodo del lookdown, un lungo momento di sospensione in cui il naturale percorso delle nostre vite si è interrotto e sovrastato da dense nuvole di angoscia e timore che aleggiano ancora nell’aria. Per cercare di scacciare tutti quei brutti momenti ed esorcizzare la paura collettiva la scrittura può essere un buon viatico per proseguire con maggiore serenità il nostro cammino. Quest’ottimo espediente è stato adottato da Valerio De Bellis e Piero Pierotti che hanno pubblicato “Il cielo sopra. Storie al tempo del coronavirus”, un libro corale di cento autori per cento storie di cui sono venuto, casualmente, a conoscere l’esistenza. Ho quindi cercato e incontrato i due autori per farmi spiegare da loro com’è nata, cresciuta e diventata l’idea iniziale.

Prende la parola Valerio De Bellis, che invito a presentarsi…
“Sono nato a Pisa nel 1965 e non mi occupo di letteratura e di libri in genere. Ho avuto molte esperienze lavorative nella mia vita ed ora svolgo due attività in proprio. Sono fotografo, prevalentemente di eventi e di foto in studio di bambini e non, e in più ho un’attività parallela, nata prima, di installazione di lavagne lim nelle scuole. Svolgo anche attività di volontariato che è stata il motore principale di questa iniziativa perché tutto è nato col pensiero di ricavare un po’ di fondi per due associazioni. Principalmente per l’associazione nazionale di cui Piero Pierotti è presidente, ovvero l’Aibacom, che si occupa di balbuzie. Ma anche di un’altra associazione del territorio cascinese, la RosaAmara aps, che si occupa di disagio sociale in cui collaboro da tempo. Durante la pandemia abbiamo fatto la spesa agli anziani che non potevano uscire, ma anche organizzato per loro delle tombole online con grande successo. In questo periodo estivo li portiamo anche al mare, ma offriamo loro anche esperienze diverse legate all’arte e alla natura coinvolgendo professionisti del settore per farli divertire e socializzare. Ma il “core business” di noi volontari sono i ragazzi con disabilità varie, soprattutto mentali. Per loro è nato l’orto sociale a Marciana due anni fa, e ora sono diverse le persone che vengono a conoscerci, comprare le verdure, partecipare al progetto a volte persino come volontari. Insomma, un bel circolo virtuoso presieduto da Elena Meucci. Insieme a Piero abbiamo quindi deciso di trovare il modo di far si che il frutto dei nostri sforzi letterari potesse portare dei piccoli vantaggi economici per questi due gruppi. Il nostro impegno è stato ed è, ovviamente, esclusivamente volontario”.

Valerio De Bellis

Qual è stata la scintilla che ha scaturito questo grande e nobile fuoco?
“La scintilla è scaturita nel gruppo social, Facebook, “Sei di Cascina se…“, in cui c’erano diverse persone che nei primi giorni del lookdown si lamentavano della clausura. Io ho risposto loro, facendo polemica contro la polemica, invitandoli a fare qualcosa di costruttivo. Per esempio, ho suggerito loro di scrivere le loro impressioni su questa emergenza Covid per poi ritrovarsi, a emergenza finita, per stampare il risultato magari costruendovi sopra un piccolo concorso. Poi, nella chat è arrivato Piero che conosco da tanto tempo che, invece, ha pensato e suggerito di costruirci intorno qualcosa di più importante: un libro. Sapendo delle sue innumerevoli aderenze gli ho successivamente chiesto di invitare qualche amico, oltre a scrivere lui stesso, anche perché la risposta alla mia provocazione social era stata un po’ freddina. D’altronde, sappiamo tutti che è più facile la lamentela dell’azione. E grazie a lui l’idea del libro ha preso sempre più corpo”.

Quanto è durato il lavoro di raccolta testi e stesura del libro?
“Il lavoro è iniziato nel marzo 2020 e io e Piero abbiamo raccolto le testimonianze, in varia forma, da riflessioni a poesie e racconti, fino a giugno-luglio. Io ho curato l’editing e l’impaginazione, anche se ero un neofita del settore, per mandarlo a stampare alla tipografia online Press up il dieci dell’agosto successivo. Verso il venti dello stesso mese ci sono state consegnato 500 copie.

Finora quante ne avete vendute?
“Circa 300, raggiungendo il pareggio di bilancio, ma ora vorremmo vendere le rimanenti per racimolare qualcosa per le nostre associazioni”.

Veniamo ora a Piero Pierotti, che invito a sua volta a presentarsi…
“Sono nato a Calci tanti anni fa, ho lavorato come amministrativo presso i vecchi enti mutualistici e dopo la riforma sanitaria ho lavorato all’ Asl di Pisa e Navacchio e all’Ospedale. Sono andato in pensione ancora giovane e da allora, dopo corsi di formazione, ho iniziato l’opera di terapeuta della balbuzie. Questo ruolo l’ho svolto per tredici-quattordici anni e al riguardo ho pubblicato anche un libro sull’argomento. Attualmente sono presidente dell’associazione italiana delle balbuzie, Aibacom, dal 1987, anno della sua costituzione. La sede associativa è ovviamente Cascina”.

Piero Pierotti

Com’è la situazione della balbuzie in Italia?
“Drammatica, perché mentre in tutto il mondo e un pochino anche in Italia si fa ricerca per trovare nuove terapie, nel nostro paese si trovano siti in cui una dozzina di personaggi affermano di aver trovato il metodo infallibile, miracoloso, per guarire questo disturbo”

È un fenomeno in espansione o meno?
“Uguale, magari ora i genitori si preoccupano di più, stanno più attenti, e quindi si trovano anche tanti altri disturbi come disgrafia, dislessica, discalculia, e di conseguenza si tende a prendere in considerazione anche la balbuzie”.

Tornando al libro, ci può illustrare la sua divisione?
“Dopo le nostre due introduzioni si trovano sei capitoli: la pandemia; i giorni della sofferenza; Cascina, ma non solo; le poesie; dalla parte dei bambini, dei ragazzi; a Cascina si libera la parola. In quest’ultima parte ho dato spazio all’Aibacom inserendo le voci dei ricercatori, degli operatori e dei bambini che hanno affrontato e affrontano questo problema”.

Come valuta, complessivamente, il lavoro che avete realizzato?
“Sono felice di avere appoggiato Valerio dopo aver letto, come ha detto lui, nel gruppo “Sei di Cascina se…” la sua proposta. Ritengo questo libro importante per ricordare come siamo stati, come abbiamo vissuto quei momenti terribili. Abbiamo raccolto cento testimonianze di persone di ogni tipo. E tra questi anche diverse persone importanti e note al grande pubblico”.

Proprio riguardo a personaggi famosi ho visto diversi nomi importanti provenienti dai settori più disparati.
“Dal mondo dello spettacolo, per esempio, ci sono contributi del noto attore pisano Paolo Conticini e del suo altrettanto conosciuto collega Edoardo Leo, tra l’altro sempre vicino all’Aibacom; del vincitore di Sanremo 2020 Antonio Diodato e della valente attrice Lella Costa; del violinista e polistrumentista degli Afterhouse Rodrigo D’Erasmo. Senza dimenticare la stupenda copertina donata da Fabio Magnasciutti, illustratore e vignettista romano di fama nazionale. Dallo sport sono arrivate brevi ma significative testimonianze dell’allenatore dell’ultima Nazionale italiana campione del mondo, il grande Marcello Lippi; del giocatore della Nazionale di rugby Maxime Mbandà; dell’ex direttore sportivo di Pisa, Torino e Roma Gianluca Petrachi; del giocatore del Pisa calcio Davide Di Quinzio; del presidente della cooperativa Paim ed ex vicepresidente del Pisa Calcio Giancarlo Freggia; dell’amico con
cui condivido la passionaccia per il nostro grande Pisa nonché presidente del Pisa Road Runners Andrea Maggini. Senza dimenticare esponenti politici, che cito a caso come mi vengono, come gli assessori del comune di Volterra Viola Luti e Dario Danti. Quest’ultimo, da docente sensibile qual è, ha scritto una bella cosa sulla didattica a distanza che già nei primi mesi era vista come un intervento senza dubbio necessario ma che poteva essere realizzato anche in altro modo. Poi si sono mostrati disponibili anche il sindaco di Calci Massimiliano Ghimenti; il vicesindaco di Cascina nonché grande amico e fenomenale clown Cristiano Masi; l’ex deputata per la circoscrizione dell’America del Sud Renata Bueno. E ancora il presidente emerito del Cnr, professor Domenico Laforenza; Cecilia Salazar da San Paolo del Brasile; il simpatico e ottimo redattore del Tirreno Antonio Scuglia; la dottoressa Simona Cotroneo. Ma tutti, nessuno escluso, hanno scritto cose interessanti, profonde, belle. Toccanti quelle di coloro, per esempio, che hanno fatto volontariato in prima linea. Per non parlare della descrizione della sofferenza provata da uno dei militari che guidava uno dei camion che portava i morti per Covid fuori da Bergamo. E ancora le parole di Simone Foresta, medico volontario a Cascina, tifosissimo del Pisa come me. Senza scordarci i farmacisti, la cassiera del supermercato e via discorrendo. Insomma, persone eterogenee e profondamente diverse ma unite dal comune desiderio di parlare di questo mostro entrato all’improvviso nelle nostre vite stravolgendole. Mi scuso con tutti gli altri amici che non cito perché l’elenco sarebbe troppo lungo, ma chi comprerà il libro si renderà conto di quante belle, utili, emozionanti e importanti testimonianze ci siano dentro questa raccolta”.

Ha citato il capitolo relativo alle poesie che ho letto con particolare attenzione e tutte mi sono sembrate interessanti, simpatiche, belle e appropriate.
“Giusto, sono contento che le abbia apprezzate. Vorrei citare gli autori leggendo i loro nomi direttamente dal libro nel timore di dimenticarne qualcuno. Un grazie di cuore a Simona Fruzzetti, Serenella Menichetti, Alessandro Scarpellini, Guido Genovesi, Marco dal Forte, Franca Franchi, Mirella Spada, Nicola Donati, Sandro Cartei, Antonio Martini, Miriam Maria Santucci, Claudio Burelli, Antonella Iacoponi, Domenico Antonacci; Elisa Niccolai, Felice Maria Foresta”.

Per non dimenticare il rap di Gabriel, 6 anni di Cascina nel capitolo dedicato ai pensieri e alle riflessioni dei più giovani.
“Già, si tratta, e vado a sfrugugliare nel testo per non sbagliarmi, di una canzone rap improvvisata una sera da questo bambino, Gabriel, trascritta dalla madre, che s‘intitola “Io sto con la famiglia yeah”, che è simpatica come pure tutti gli interventi dei più piccoli che hanno patito molto in questo periodo incredibile”.

Purtroppo, non avete potuto fare una degna presentazione di questo libro un anno fa, quando era pronto e le vendite delle copie sono state praticamente quasi nascoste.
“Ci ha penalizzato molto il fatto che quando dovevamo fare le presentazioni è iniziata la seconda ondata”.
Interviene Valerio De Bellis. “Poi ci furono anche le elezioni a Cascina verso ottobre e tutto si è fermato nuovamente”.

Insomma, bisognerà cercare di far conoscere di più e meglio questa bella e significativa opera collettiva.
Che ci parla – continua Piero Pierotti – di dolore, sofferenza, ansia, paura”.
“Che dovremo esorcizzare e scacciare – conclude Valerio De Bellis – per questo a Settembre pensiamo di organizzare alcuni eventi nel territorio cascinese, dove è nato tutto, e non solo”.

E noi dell’Arno, per quel che possiamo, saremo con voi.

Così, dopo aver salutato e lasciato queste due encomiabili persone degne di lode e considerazione generale, passo a leggere con più attenzione la poesia di Haruki Marakami, citata nella quarta di copertina e molto azzeccata, a mio parere, in questo periodo ancora incerto, che vi lascio non prima di un ultimo pensiero: gente, vaccinatevi, perché è l’unico modo per porre fine a questo incubo.

Quando la tempesta sarà finita
probabilmente non saprai neanche tu
come hai fatto ad attraversarla
e a uscirne vivo.
Anzi, non sarai neanche sicuro
se sia finito davvero.
Ed è che tu, uscito da quel vento,
non sarai lo stesso che vi è entrato

Per acquistare il libro

Chi volesse ordinare “Il cielo sopra. Storie al tempo del coronavirus” potrà farlo per email (info@balbuzie.it) al costo di € 13.00 per chi lo ritirerà nella zona di Pisa. Chi desiderasse riceverlo per posta aggiungerà 2 euro per le spese. Il bonifico va  intestato a Valerio De Bellis: «Iban IT11A0338501600006573050337 – causale ‘Donazione per libro’». Indicare nome, cognome e indirizzo.

 

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