– Ilaria Clara Urciuoli –
Poco più di duecentocinquant’anni fa nasceva a Carrara l’Accademia delle Belle Arti. Questo passaggio, che segna l’affermarsi della città come polo di formazione per gli artisti oltre le già diffuse botteghe, viene festeggiato nella cittadina attraverso una serie di eventi tra cui due mostre accolte dal Museo CARMI di Villa Fabbricotti e visitabili fino al 10 ottobre. Soggetto centrale delle due esposizioni è Giovanni Antonio Cybei, primo Direttore dell’Accademia, ma anche scultore, abate, uomo di cultura e praticante di pittura che viene qui celebrato attraverso una ricostruzione monografica del suo percorso. L’artista, le cui opere sono conservate in alcune delle realtà più importanti a livello internazionale (nella Basilica di San Pietro come nell’Hermitage di San Pietroburgo), è tuttavia tra i personaggi meno noti del Settecento artistico italiano.
La mostra Giovanni Antonio Cybei e il suo tempo. Insigne statuario per le corti europee e primario direttore dell’Accademia di Belle Arti di Carrara a cura di Gerardo de Simone e Luciano Massari ha voluto dunque portare nuova luce sul suo lavoro di scultore, evidenziando quattro temi principali che vengono sviluppati in quattro sedi diverse. Al CARMI viene affrontata la sua formazione attraverso i marmi realizzati dalla generazione a lui precedente e in particolare dal maestro Giovanni Baratta (1670-1747), di cui troviamo il monumentale Ercole e il leone Nemeo. Sempre in questa sede vengono esposte le opere di carattere religioso come il San Giovanni Battista del Battistero di Volterra, di recente restauro. Sempre in questa sezione si esaminano le opere monumentali di Cybei (centrale tra queste la Fontana dei Putti in piazza dei Miracoli a Pisa) che vengono illustrate attraverso modelli preparatori. La mostra continua nel centro di Carrara, in particolare a Palazzo Binelli, dove si trovano raccolti alcuni busti realizzati dall’artista (e da suoi allievi) tra cui quello di Maria Teresa Cybo Malaspina d’Este che fondò l’Accademia. Questa sezione è fondamentale per conoscere il maestro che proprio grazie ai ritratti raggiunse la propria affermazione sociale e professionale. A Palazzo Cucchiari si trova una sezione dedicata ai rapporti con Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca illuminato di Toscana, e con la famiglia d’Este per la quale realizzò il colossale Monumento equestre del duca Francesco III andato distrutto. Infine presso la sede dell’Accademia possiamo osservare i documenti relativi ai primi anni di questa istituzione attraverso i quali conoscere il Cybei nel ruolo di direttore.
L’altra mostra dedicata all’evento, dal titolo Goya, Boucher, Ricci, Batoni e i maestri del ‘700 nelle città del Cybei, è interamenteraccolta all’interno delle sale del CARMI e si realizza attraverso un percorso nella pittura del Settecento. Il curatore, Marco Ciampolini, ha voluto far luce sull’universo di relazioni e influenze che l’artista ebbe nella sua vita e lo ha fatto portando a Carrara cinquantasei quadri attraverso i quali fare una panoramica dei temi affrontati nella pittura del tempo: episodi religiosi, storici e mitologici, allegorie, ritratti, vedute, scene di genere. Nel percorso espositivo, accanto a due autoritratti di Francisco Goya,alcune opere sconosciute o dimenticate, ed insieme a due paesaggi del parigino François Boucher sedici opere inedite, alcune mai studiate.
Ilaria Clara Urciuoli