– Andrea Cosimi –
È l’obiettivo di creare valore e di patrimonializzare ciò che secondo me ha più caratterizzato il mercato estivo del Pisa e ispirato di conseguenza tante scelte. Un approccio degno di un nobile “piano industriale” che guarda al futuro e che può consentire alla Società di tendere ad una solidità importante e duratura. L’analisi di ciò che è avvenuto non può dunque essere solo di natura tecnica o tattica, anche se poi il campo, come al solito e come sempre, sarà il giudice supremo. Ho trovato quindi molto apprezzabile e coraggiosa la linea intrapresa, in particolar modo perché sviluppatasi in prospettiva di una edizione di serie B tra le più difficili degli ultimi trenta anni, se non la più ardua in assoluto.
Sarà la maggiore visibilità acquisita anche a livello internazionale, saranno gli evidenti ritorni economici che la serie cadetta, nonostante stadi chiusi o al 50% della loro capienza, garantisce, fatto sta che tutte le partecipanti hanno allestito rose di primordine ricche di esperienza e folte di ricambi, perché tornare in C è un disastro sportivo (e non solo) che farebbe rumore per qualunque squadra.
E non può essere un caso che la consueta abitudine dei media di dare i voti di fine mercato si sia tradotta, praticamente all’unisono, con giudizi tutti ampiamente sufficienti come minimo.
Ma andiamo a ragionare del Pisa.
La difesa esce nettamente rafforzata: se Nicolas non dovrebbe far rimpiangere Gori… Berra, Beruatto, Birindelli, Caracciolo, Curci, Hermannsson e Leverbe dovrebbero garantire la solidità tanto auspicata della fase difensiva che, la stagione passata, fu il vero freno a mano delle ambizioni neroazzurre.
Più abbondante in termini numerici il centrocampo: De Vitis, Di Quinzio, Gucher, Marin, Mastinu, Nagy, Piccinini, Quaini, Siega e Tourè potranno permettere svariate soluzioni in corso d’opera.
L’attacco è il reparto più chiacchierato perché qui ci sono i due acquisti che hanno fatto da cassa di risonanza per il loro valore ed il loro costo: Lucca e Cohen. Ad essi si aggiungono Cisco, Marsura, Masucci, Sibilli e Seck.
Il Pisa, complessivamente, è più forte e “muscolare” dell’anno scorso.
Personalmente non mi unisco alla ricerca di demagogici like: dopo le frasi di Chiellini mi attendevo l’arrivo di una punta centrale che non facesse ombra a Lucca ma che gli permettesse, alla bisogna, di rifiatare senza dover cambiare modulo. E lo penso ancora. E forse dietro, numericamente, un altro arrivo alla lunga potrebbe essere utile. Ma il giudizio complessivo è inevitabilmente positivo.
Ora tocca a D’Angelo fare girare a mille la squadra che non dovrà smarrire mai quella feroce determinazione che ha caratterizzato il recente passato. Anche se il Mister crede nel turn over e nel gruppo ci sta che questo campionato punti maggiormente su alcuni titolari inamovibili, perché gli automatismi vanno trovati e mantenuti, non è annata da esperimenti.
Ma soprattutto ora tocca a noi affollare l’Arena esaurendola in ogni ordine di posti e, quando possibile e come sempre fatto, sostenere i Neroazzurri in trasferta.
Siamo sicuri che se occorrerà in futuro rafforzare la squadra Knaster non si tirerà indietro, né eventualmente attingendo ad uno svincolato (ce ne sono diversi molto interessanti) né, se del caso, intervenendo a gennaio.
Adesso godiamoci la pausa per poi andare a giocarcela con le unghie e con i denti alla corte di Lucarelli.
Foto: Gabriele Masotti