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Prete in manette per spaccio di droga (anche quella dello stupro)

- Cronaca
14 Settembre 2021

Un parroco quarantenne di Prato, don Francesco Spagnesi, è stato arrestato per spaccio e importazione di droga. L’indagine è partita a fine agosto dopo l’arresto di un pratese, Alessio Regina (40 anni), che aveva portato dall’Olanda un litro di Gbl, nota come “droga dello stupro”. Il sacerdote e il pratese, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, avrebbero organizzato alcuni festini a sfondo sessuale reclutando i partecipanti su siti di incontri e offrendo loro le sostanze stupefacenti. Per rifornirsi don Spagnesi avrebbe usato i soldi offerti dai fedeli in chiesa. Secondo gli inquirenti i due indagati avrebbero fatto arrivare la droga dello stupro in Italia già dal 2019, da mezzo litro a un litro per volta, con migliaia di dosi che si possono ricavare con queste quantità. Dai pusher della zona, invece, sarebbe stata acquistata la cocaina.

Le feste a sfondo sessuale

Il luogo dove si svolgevano gli incontri era una casa di Figline, nella disponibilità dell’altro indagato. Gli inquirenti oltre a trovare le tracce di alcuni appuntamenti sul cellulare del prete avrebbero anche identificato una decina di partecipanti agli incontri, tutti di maggiore età e residenti in provincia di Firenze.

Le offerte dei fedeli

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il sacerdote invitava i suoi parrocchiani (della chiesa dell’Annunciazione nel quartiere pratese della Castellina) a donare soldi per opere di carità. Ma il denaro sarebbe stato utilizzato in modo improprio, acquistando le sostanze stupefacenti.  Gli inquirenti stanno portando avanti le indagini per cercare di risalire al maggior numero possibile di partecipanti alle feste, calcolando le somme che sarebbero state rubate alla Diocesi raggirando la buona fede e la generosità dei fedeli. Il prete aveva già lasciato la guida della parrocchia, su sua richiesta al vescovo, usufruendo di un anno sabbatico per motivi di salute.

“Sono notizie che un padre e pastore non vorrebbe mai avere – dichiara al Corriere fiorentino il vescovo di Prato, Giovanni Nerbini – e che colpiscono l’intera diocesi. In questo momento voglio farmi vicino particolarmente alla comunità parrocchiale della Castellina, condividendone la sofferenza e il disagio. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che avesse problemi di tossicodipendenza. Per molto tempo era rimasto un disagio personale”.

Quei soldi che sparivano

“Quando abbiamo avuto notizia di movimenti sospetti sui conti della parrocchia – spiega il vescovo – ho provveduto a ritirare il potere di firma esclusiva del parroco, per poter così procedere ad una verifica della situazione”. In merito ad alcune operazioni bancarie sospette Nerbini spiega: “Ogni volta mi veniva spiegato che si trattava di aiuti per persone bisognose della parrocchia”.

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Giornalista.

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